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La speranza per gli immigrati in Italia

foto/nextquotidiano.it
La speranza è una parola “chiave” del vangelo di oggi. Dico questo a mio parere. Magari gli altri hanno la loro interpretazione. Per me la parola “chiave” è questo.

La speranza che si collega sempre con il futuro. Gesù parla ai suoi discepoli sul loro futuro. Una parola che accompagna il loro futuro è la beatitudine. Quattro volte diceva beati voi che poveri, avete fame, piangete. Alla fine hanno la gioia, la rallegra con Gesù. Credo che i suoi affronteranno queste situazioni in cui Gesù parla.

Gesù gli da questa speranza per non avere un shock ai suoi. Gesù porta loro al di là della loro situazione. Può darsi che dopo la situazione grave, riceveranno la gioia. Infatti Gesù infondo rivolge la parola gioia. Rallegra con Lui. Quindi, Lui è sempre con noi.

In questi giorni in Italia si parla molto sugli immigrati. Come si accoglie queste persone. Le persone che sono poveri (economicamente e spiritualmente) perciò hanno fame. Non hanno cibo per mangiare ne anche la casa per dormire. I bambini si soffrono perciò sentiamo qualche rumore della loro piange. Speriamo che alla fine, hanno la gioia di vivere in questa terra della speranza.

Papa Francesco infatti nell’angelus della domenica scorsa ci ha dato un esempio di come si accoglie queste persone. Papa non solo parla o da i suggerimenti ai fedeli. Lui ci da un esempio. Ha detto che dobbiamo accoglierli. Una famiglia per una parrocchia. Una famiglia per una casa religiosa. Inizia dalla diocesi di Roma. Questo Papa ci ricorda che anche loro hanno bisogna della vita migliore. Hanno la speranza di avere il futuro gioioso.

Il brano di oggi ci tocca molto. Però, noi che dobbiamo cambiare il nostro sguardo verso loto. Se no, non siamo i discepoli di Gesù.
Luc 6, 20-26

PRM, 9/9/15
Gordi

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