GUARDIAMO LA STRORIA DI PAOLO
Mercoledì 25-01-2016
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PHOTO: commons.wikimedia.org |
È bello celebrare la festa di oggi cioè la conversione di San Paolo. Lui che è un grande missionario. Quindi, è importante anche per noi come missionari. È meglio guardiamo sempre alla sua figura per almeno avere lo sguardo verso la missione.
È bello anche ricordare che oggi concludiamo la nostra settimana della preghiera per l’unità dei cristiani. A questa celebrazione, il Decreto sull’ecumenismo della CV II “Unitatis redintegratio” numero 7 dice, non c’è vero ecumenismo senza conversione. Se consideriamo il compito di un missionario che è la conversione (come diceva Conforti-Regen 15), allora tutti noi dobbiamo diventare il promotore dell’ecumenismo.
Il famoso racconto a Damasco della prima lettura Att 22,3-16 è molto interessante. Questo racconto è uno dei tre racconti sulla conversione di Paolo (Att 9 e 26). Leggendo questo racconto, mi viene in mente queste due parole cioè testimone e dialogo. Testimoniare una cosa vuol dire dialogare, comunicare, parlare una cosa.
Abbiamo visto questo dialogo tra Paolo o meglio Saulo e Gesù. Gesù conosce il nome di Saulo. Saulo invece no. Lui chiede l’identità del Signore, Chi sei? Che devo fare. Io sono Gesù, che tu perseguiti. Alla fine, tutti e due si riconoscono.
L’altra cosa che molto interessante è l’esperienza di Paolo. Nel versetto 9 si dice Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce. È molto diverso da Paolo. Lui invece non vede ma ascolta la voce. Dopo però, anche Paolo vede qualcosa, soprattutto dopo aver incontrato Ananìa.
Questo dialogo è l’inizio del cammino della fede di Paolo. Dal dialogo nasce l’altra esperienza cioè la missione di testimoniare quello che ha visto e udito. Paolo ha questa esperienza. Lui ha visto questa esperienza molto forte che ad un certo punto i suoi occhi non possono vederla. Poi, lui anche ha udito la voce del Signore. Alla fine, Paolo ha ricevuto questa missione di essere testimone davanti a tutti gli uomini.
Continua nel vangelo (Mc 16,15-18) questa missione. Gesù chiede agli apostoli di andare in tutto il mondo, a portare il vangelo in ogni creatura. Andate, è un mandato imperativo, quindi ci chiede solo l’obbedienza. Questa parola rivolta anche a Paolo (anche se non era uno degli Undici) e anche a noi. A noi oggi, Gesù chiede come quello che ha fatto Paolo.
Credo che in questo punto, Gesù ci chiede questa collaborazione, cioè di lavorare, di collaborare insieme con Lui. È Lui che appunto opera attraverso la nostra attività . Gesù però non vuole salvare il mondo e l’umanità senza di noi. Lui ci chiede di partecipare in questa missione. Perciò, abbiamo sempre il lavoro da fare, la missione da compiere. Gesù vuole i testimoni cioè tutti noi missionari.
Ecco, forse troppo grande per noi questo compito, ma affidiamo a Lui. Solo con il suo amore che ci dà sempre, possiamo andare avanti. A volte, non siamo fedeli a questo compito, ecco chiediamo a Lui di essere fedeli come Lui stesso. Perché—come dice il salmo di oggi—forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre.