Halloween party ideas 2015
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PRIMA DEL NATALE



I fillipini hanno la tradizione interessante prima del natale. Per loro, il giorno di natale è una festa ordinaria. Ma, prima del natale è la festa extraordinaria. Una delle feste ordinarie è ‘il christmas party’, come la chiamanao loro.

Questa festa coinvolge anche i bambini. Oltre ad andare nelle case per raccogliere i soldi, c’è anche la festa propria. Balano, cantano, giocano, mangiano, ecc. Qui, nella foto, ci sono i bambini organizzatti dagli adulti festegganno il christmas party.

Sono contenti tutti sia bambini che adulti. Per loro, questa è la festa di natale. La messa di natale è un’altra cosa. Non possono mancare questa prima. Forse troppo presto per giudicare la loro tradizione. Una cosa importante qui è la gioia della festa.

La gioia è il motivo principale—credo—di questa festa. Il nome di christmas party, lo mettono per dare un valore profondo di questa festa. Ma, il contenuto è lo stesso cioè la gioia.


Questa succede prima di natale. Il natale comunque è la festa della gioia. Non c’è il natale senza la gioia.

GUARDIAMO LA STRORIA DI PAOLO
Mercoledì 25-01-2016
PHOTO: commons.wikimedia.org
È bello celebrare la festa di oggi cioè la conversione di San Paolo. Lui che è un grande missionario. Quindi, è importante anche per noi come missionari. È meglio guardiamo sempre alla sua figura per almeno avere lo sguardo verso la missione.

È bello anche ricordare che oggi concludiamo la nostra settimana della preghiera per l’unità dei cristiani. A questa celebrazione, il Decreto sull’ecumenismo della CV II “Unitatis redintegratio” numero 7 dice, non c’è vero ecumenismo senza conversione. Se consideriamo il compito di un missionario che è la conversione (come diceva Conforti-Regen 15), allora tutti noi dobbiamo diventare il promotore dell’ecumenismo.

Il famoso racconto a Damasco della prima lettura Att 22,3-16 è molto interessante. Questo racconto è uno dei tre racconti sulla conversione di Paolo (Att 9 e 26). Leggendo questo racconto, mi viene in mente queste due parole cioè testimone e dialogo. Testimoniare una cosa vuol dire dialogare, comunicare, parlare una cosa.

Abbiamo visto questo dialogo tra Paolo o meglio Saulo e Gesù. Gesù conosce il nome di Saulo. Saulo invece no. Lui chiede l’identità del Signore, Chi sei? Che devo fare.  Io sono Gesù, che tu perseguiti. Alla fine, tutti e due si riconoscono.

L’altra cosa che molto interessante è l’esperienza di Paolo. Nel versetto 9 si dice Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce. È molto diverso da Paolo. Lui invece non vede ma ascolta la voce. Dopo però, anche Paolo vede qualcosa, soprattutto dopo aver incontrato Ananìa.

Questo dialogo è l’inizio del cammino della fede di Paolo. Dal dialogo nasce l’altra esperienza cioè la missione di testimoniare quello che ha visto e udito. Paolo ha questa esperienza. Lui ha visto questa esperienza molto forte che ad un certo punto i suoi occhi non possono vederla. Poi, lui anche ha udito la voce del Signore. Alla fine, Paolo ha ricevuto questa missione di essere testimone davanti a tutti gli uomini.

Continua nel vangelo (Mc 16,15-18) questa missione. Gesù chiede agli apostoli di andare in tutto il mondo, a portare il vangelo in ogni creatura. Andate, è un mandato imperativo, quindi ci chiede solo l’obbedienza. Questa parola rivolta anche a Paolo (anche se non era uno degli Undici) e anche a noi. A noi oggi, Gesù chiede come quello che ha fatto Paolo.

Credo che in questo punto, Gesù ci chiede questa collaborazione, cioè di lavorare, di collaborare insieme con Lui. È Lui che appunto opera attraverso la nostra attività. Gesù però non vuole salvare il mondo e l’umanità senza di noi. Lui ci chiede di partecipare in questa missione. Perciò, abbiamo sempre il lavoro da fare, la missione da compiere. Gesù vuole i testimoni cioè tutti noi missionari.

Ecco, forse troppo grande per noi questo compito, ma affidiamo a Lui. Solo con il suo amore che ci dà sempre, possiamo andare avanti. A volte, non siamo fedeli a questo compito, ecco chiediamo a Lui di essere fedeli come Lui stesso. Perché—come dice il salmo di oggi—forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre.


leggeva la bibbia mentre aspettando noi altri, FOTO: pixabayfree

Questa sera abbiamo fatto l’incontro alla parrocchia di famiglia di Nazareth. Era per preparare l’incontro della domenica 4 dicembre. Abbiamo deciso di mettere il tema della chiamata. Si tratta della chiamata che ci ispira dal vangelo di quel giorno cioè la chiamata di Giovanni battista.
Ho scoperto però una cosa bella di questo incontro. La cosa bella che ci ha mostrato un diacono. Prima di noi lui è già arrivato in parrocchia. Stava sedendo dentro la saletta della parrocchia quando noi siamo arrivati. Davanti a lui c’era la bibbia aperta. Forse l’ha letta prima. Ci ha salutato poi. Per me è un gesto d’amore. L’amore di un diacono verso Dio e verso gli altri. È sempre così quando facciamo l’incontro. Sempre arrivato prima. Si vede che lui prepara proprio per l’incontro.
Secondo gesto che ci ha mostrato è quando ci ha dato un passaggio nel ritorno. È la seconda volta che ci ha dato così. Volete un passaggio ragazzi, dice lui a noi due. Spontaneamente rispondiamo, si, bene grazie.
Benissimo gesto. Poi, abbiamo parlato le cose del quotidiano durante il viaggio breve. Come anche prima dell’incontro abbiamo parlato della nostra famiglia. I genitori, i nonni, il momento prezioso quando eravamo piccoli. È bello presentare la nostra storia agli altri. In mezzo c’è sempre Dio che ci ha donato e regalato questa famiglia.
Grazie a te.



Oggi è il primo incontro di novembre. Non ci siamo visti da due settimana. Però, per loro, oggi è il secondo incontro. Primo era due settimana fa, al nove novembre.

Erano in sette poi due sono tornati a casa prima quindi erano in cinque fino alla fine dell’incontro. Le due mi hanno detto che hanno impegno importante cioè preparare la verifica di domani alla scuola. Quindi, per loro è la scuola più importante di questo incontro. È vero anche questo. Però, bisogna tenere conto che questo incontro solo una volta alla settimana. Se perde oggi allora perde una settimana. Uno mi diceva anche lui ha la verifica il giorno dopo ma preferisce stare qui un’ora per questo incontro. Bello. Ognuno ha la possibilità di scegliere.

Poi, abbiamo guardato il nostro filmato piccolo. Dopo, c’è il dialogo per continuare il racconto nel film. Li ho fatto le domande e hanno risposto. A volte, giusto a volte no. Importante che seguono gioiosamente questo incontro. La risposta giusta o no viene dopo.

Grazie a tutti noi che avete la fedeltà per questo incontro.

Ho parlato e incontrato con tre dei genitori che hanno accompagnato i loro figli. Anche a loro devo dare il grazie per questo impegno. È vero che i genitori devono educare i loro figli. Bisogna educare con l’amore però non con la forza umana. L’amore è la forza che supera la forza umana. Questa è la forza di Dio. Quindi, alla fine grazie a Dio.




FOTO: pixabayfree

Tre parole per il catechismo di oggi: storia, gioco e incontro. Prima, abbiamo iniziato con la preghiera e continua con il racconto delle nostre attività durante la settimana. Secondo, abbiamo fatto un gioco. Drammatizzare una delle beatitudini. Interessante qui perché un gruppo fa il dramma e l’altro guarda. Terzo, abbiamo fatto l’incontro con i genitori. Il mio amico Carlos ha partecipato qui mentre io ho accompagnato i bambini a giocare calcetto e pingpong dentro la saletta.
Una cosa bella oggi è l’istruzione dei genitori ai bambini quando abbiamo fatto il gioco fuori sala. I genitori hanno visto che i bambini non hanno indossato la giacca pesante. Poi, uno ha chiesto ai bambini di mettere la giacca. Ne anche noi non siamo accorti di metterci la giacca. Io ero con la giacca abbastanza per affrontare il freddo.
È bello questo. È il segno d’amore dai genitori ai bambini. Ma anche per me è una cosa bella. Mi hanno ricordato di fare questa istruzione ai bambini. Anche io con la mamma a casa mia quando ero bambino, mia mamma mi faceva così.

Grazie a voi i genitori.

Le attività da ricordare nella nostra settimana  
 
anche questa è un'attività insieme il vescovo, FOTO 2014
Proprio questo che abbiamo fatto oggi nel catechismo cioè di ricordare la nostra settimana. Chi ha fatto tante cose in questi 6 giorni. Generalmente sono impegnati a scuola al mattino e al pomeriggio in varie attività. Chi fa il calcio, la ginnastica, ballo, playstation, ecc. Varie attività riempiono le giornate dei bimbi prima di cenare nella famiglia. Queste attività sono come la continuazione delle attività scolastiche che fanno al mattino.  
Così il nostro catechismo di oggi che abbiamo fatto proprio nella nostra parrocchia insieme la parrocchia di Famiglia di Nazareth. Erano quasi venti bambini.
I catechisti hanno preparato una lista dei giorni. Sei giorni da lunedì fino sabato erano di colore blu, mentre la domenica era la rossa. Poi, hanno messo come primo la domenica. I bambini mi hanno chiesto perché comincia con la domenica invece di lunedì.
Le catechiste hanno spiegato bene cioè la nostra settimana comincia con la domenica e non lunedì. La domenica, poi, per noi è il giorno del Signore, della risurrezione, ricordiamoci la risurrezione del Signore. Quindi, a tutti noi, invitiamo ad andare alla messa per cominciare la settimana. Colore roso per indicare che la domenica è in vacanza. Ma non per dire di non fare niente. La domenica infatti è dedicato per il Signore.  Quindi, tutti noi andiamo in chiesa ad incontrare Signore Gesù nell’ Eucaristia.


Preghiera per la pace di Papa Francesco
Giardini Vaticani
Domenica, 8 giugno 2014
 
FOTO: associazione-legittimista-italica.blogspot.com
Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!

Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen.



© Copyright - Libreria Editrice Vaticana


IL SIGNORE È LA TUA OMBRA
 
FOTO: pesceenrico.blogspot.com
Il Signore è la tua ombra, e sta alla tua destra.

Ecco, il brano del salmo 121 che mi ha colpito molto. Nella condivisione con i ragazzi del Pozzo di Siccar di questa sera (Martedì 25), ho riflettuto questo brano.

Dico che il Signore è veramente come l’ombra e sta alla nostra destra. L’ombra di solito viene quando c’è la luce. Se non c’è la luce, neanche l’ombra.Allora, il Signore—posso dire così—è la luce. Chi abita nella luce, abita con il Signore.

Sta alla nostra destra. La destra è il simbolo della presenza. Quindi, il Signore è presente sempre con noi, alla nostra destra.

Abbiamo scelto questo salmo insieme con il brano di Abramo (Gen 12,1-9). Anche cui, il brano ci mostra la presenza del Signore nel cammino di Abramo. Abramo si è sposta verso la terra promessa con l’abbondanza dei doni preparati da Dio.

Eravamo in dieci quando abbiamo fatto per la prima volta questa sera della lectio divina. Speriamo di poter continuarlo nei prossimi mesi. Grazie a Gigi e Anna (la saveriana) e i ragazzi del pozzo e di noi studenti saveriani di Parma.

Salmo 121 (Testo CEI 2008)
Lode a Dio, custode d'Israele
Canto delle salite.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?

Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d'Israele.

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.

Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre.


Un gioco può riscaldare il cuore
 
i ragazzi della parrocchia di Santa Cristina, Parma (marzo 2014) nel semminario maggiore 
Un gioco può riscaldare il cuore, sicuramente non riscaldare l’acqua.

Ho questa idea di fare un gioco prima di cominciare il catechismo con i ragazzi della parrocchia del duomo di Parma. Certo che prima di tutto dobbiamo pregare, lodando e chiedendo aiuto del Signore per questo catechismo.

Dopo la preghiera abbiamo fatto questo gioco. Veramente erano anzi eravamo bravi. Ho cominciato io a praticare il gioco. Un gioco semplice. Eravamo in un angolo della stanza. Dall’altro angolo viene uno di noi, fa qualche gesto e parla o canta con varie voci. Tutti noi altri dobbiamo imitare la sua voce. Quindi, il gioco tocca anche nella creatività di ognuno di noi.

Dopo di che, abbiamo parlato della cresima. I sentimenti che avevano durante e dopo la celebrazione di questo sacramento. Erano contenti perché hanno ricevuto insieme anche gli altri ragazzi delle tante parrocchie di Parma.
Spero di poter dirigere—insieme Angela—questo gruppo. Credo che sia una cosa bella da portare avanti cioè lo spirito di questi ragazzi.


Grazie a tutti voi ragazzi.

Camminiamo insieme
 
è bello giocare con i bambini, gioia piena
Oggi, abbiamo cominciato il catechismo nella nostra parrocchia con 9 bambini. Uno maschio e altre femmine.
È il primo giorno dopo aver fatto settimana scorsa insieme con gli altri nella parrocchia di Famiglia di Nazareth.
Oggi, un po' particolare perché ci siamo incontrati per la prima volta. Perciò, abbiamo fatto un gioco per conoscersi meglio. Almeno, i nostri nomi, anche se si dimentica dieci minuti dopo.
Dopo di che, abbiamo fatto l’introduzione al nostro catechismo che facciamo in quest’anno. I bambini erano contenti. Abbiamo parlato della beatitudine. Prima, le beatitudini in modo genere, seguendo le parole del vangelo. Poi, abbiamo dato la spiegazione di più. Cioè, le beatitudini non sono parole da trattare letteralmente. Quindi, bisogna capire di più il messaggio al di là della frase che troviamo nel testo.
Alla fine, abbiamo fatto un’attività in gruppo. Ci siamo divisi in due gruppi. Nel gruppo abbiamo fatto il piccolo gioco. Ogni uno deve compiere le frasi sulle beatitudini. Dopo di che, quando avevamo ancora tempo, abbiamo continuato con colorare l’immagine.  
Abbiamo terminato con questa attività.
Sono contento vedere questi bimbi. Anche se la maggioranza di loro erano appassionati dal gioco. All’inizio abbiamo chiesto i loro hobby. Tanti hobby hanno. Ciclista, calcio, pallavolo, nuotare, ginnastica.

Grazie bimbi, camminiamo insieme in quest’anno nel nostro catechismo.

Questi ragazzi sono grandi
 
i ragazzi del Grest nella piazza duomo di Parma
FOTO: gazzettadiparma.it
Ogni incontro ha la sua impressione. Anche io quando ho incontrato i ragazzi del catechismo nella chiesa di San Bartolomeo, Via Basini, Parma questo pomeriggio (mercoledì, 19 ottobre).

Questa mia impressione coincidente con l’impressione di don Piero Delsante mentre parlavamo nel suo ufficio insieme un altro suo aiutante. È passata una ragazza del catechismo e subito ci guardava e don diceva, ma come sei grande già, quasi alta come me. La ragazza rideva e ci ha salutato con una mano e poi passa.

Ancora questa impressione ho espresso quando parlavamo insieme nella sala del primo piano del palazzo parrocchiale dove si svolge il catechismo. Li ho guardato e vero che sono grandi. Sono della seconda media. Mi dicevo, posso domandargli con le domande un po' più difficile così pensano prima di rispondere.

Purtroppo oggi erano in 7 comprende una catechista. Martina, Carolina, Defan, Alice, Simone, e Yakoppo. Ho dimenticato il nome di catechista. Devo vedere ancora la lista che mi hanno fatto.

C’erano anche due dei preti della parrocchia del duomo che sono venuti a salutarci. Uno, primo, don Piero Delsante che abita in questo palazzo, l’altro è don Alfredo il parroco che abita nel palazzo canonico del parroco vicino al cattedrale.

Dopo aver presentato, abbiamo concluso con mangiare la torta che la catechista ci ha portato. Ci vedremo al mercoledì prossimo.


Grazie a tutti voi.

Che stupenda la preghiera dei bambini
FOTO: traditiocatholica.blogspot.com

Oggi, domenica, 16 ottobre è il primo giorno per me a partecipare al catechismo nella parrocchia di famiglia di Nazareth. In un clima fresco, io e Carlos siamo andati in bicicletta poco prima di alle nove. Il catechismo si comincia proprio alle nove del mattino.
Quando siamo arrivato, c’erano già i bambini e i genitori. Poi, insieme il diacono siamo entrati nelle sale. Una sala per l’incontro dei genitori e una sala per noi catechisti e bambini. I catechisti oggi erano in sei. Noi cinque delle sacre stimmate e una della famiglia di Nazareth. Mentre i bimbi erano in circa sedici.
Gli altri catechisti all’inizio mi hanno presentato davanti ai bambini. Sono l’unico nuovo di quest’anno. C’era anche una bambina nuova. E quindi, siamo in due come la novità in questa sala.
Poi, abbiamo parlato dubito del catechismo. Abbiamo chiesto ai bambini di ricordare cosa hanno fatto ultimamente nel catechismo di qualche mese fa. I bambini si ricordano subito. Hanno racconto a suo modo le attività che hanno fatto durante l’ultimo incontro. Dopo questa, abbiamo letto la prima lettura dell’eucaristia di oggi. Il racconto di Mosè che prega a Dio con le braccia aperta. Le braccia è segno della preghiera, è modo di preghiera, ecc.
Abbiamo letto anche una storia sulla preghiera di un bambino. Dopo di che, abbiamo chiesto ai bambini se l’hanno anche loro la stessa esperienza e simile di questa. Tre o quattro hanno risposto che hanno la stessa, gli altri hanno una cosa simile con questa, e gli altri proprio completamente diversa da questa.
Alla fine abbiamo chiesto ai bambini di scrivere la preghiera. Abbiamo presentato almeno quattro modelli della preghiera: lodare, ringraziare, supplicare e chiedere. Solo per aiutare i bambini a pensare come si scrive una preghiera.
Hanno scritto molto interessante. Preghiera per i genitori, i nonni, i ammalati, trovare lavoro, amici, ecc. Diventa molto interessante ancora quando padre Assuero l’ha letta durante l’omelia davanti a tutti i fedeli.
Bravi e complimenti a tutti voi bambini e anche ai tutti voi bravi catechisti.
Buona domenica.


Io Sono Nuovo
FOTO: cornerstonemi.org

Questa sera, 13 ottobre, abbiamo fatto l’incontro nella parrocchia di famiglia di Nazareth. Eravamo in sei persone; il parroco, il diacono Gianpaolo, due catechiste di famiglia di Nazareth Martina e Raffaela, una catechista delle sacre stimmate, Carlos ed Io.
È il primo incontro per noi di quest’anno. Per me è il nuovo incontro, anche perché io sono nuovo davanti a tutti presenti. Per gli altri non è la novità. Via via abbiamo parlato della preghiera.
Le due catechiste della famiglia di Nazareth hanno preparato l’argomento che presenteremo ai bambini nel catechismo di domenica prossima. Hanno scelto il tema della preghiera perché le letture che ascolteremo sono i racconti della preghiera. La preghiera di una vedova davanti a un giudice duro e la preghiera di Mosè.
È bello questo incontro. Almeno che, noi non abbiamo perso tanto tempo per preparare l’argomento. Uno dice questo argomento e noi seguiamo. Hanno preparato anche i materiali che usciamo e quindi è completo. L’incontro diventa breve e chiaro.
E così l’incontro di questa sera. Alla fine abbiamo pregato insieme, lodando Dio e riceviamo la benedizione finale attraverso le mani di Padre Assuero il parroco.

Grazie a tutti. 

Il giubileo è per tutti
 
FOTO: gazzettadiparma.it
Il giubileo è per tutti. Così anche dice sempre Papa Francesco. Non solo per gli italiani in Italia e in Vaticano ma per tutti i cattolici e cristiani nel mondo. Perciò, Papa Francesco ha deciso di invitare anche gli altri vescovi di aprire la porta santa propria nella sua diocesi.

Oggi pomeriggio di mercoledì dodici ottobre 2016, abbiamo cominciato l’incontro con tutti i ragazzi e i genitori del catechismo della cattedrale di Parma. Abbiamo fatto anche il passaggio nella porta santa del duomo.

Prima, ci siamo riuniti tutti davanti alla cattedrale e ascoltato l’introduzione di don Alfredo Bianchi. Abbiamo letto anche il brano del Giovanni 10, 1-4, 9. Il brano ci parla dell’entrata alla casa del Signore che deve passare attraverso la porta giusta. Questa porta è Lui stesso.

Poi, siamo entrati nella chiesa attraverso la porta santa, cantando e recitando il rosario.

Ci siamo fermati al centro della cattedrale per vedere un’immagine della misericordia proprio sotto l’altare.

Dopo di che, ci siamo trasferiti e fermati davanti alla cripta (parte sotto del duomo di Parma) e all’altare di San Bernardo. Sotto questa altare—diceva don Alfredo—è sepolto san Bernardo, il patrono della diocesi di Parma.


Davanti questa altare, abbiamo ascoltato il brano del Giovanni 15, 14-17. Il brano ci parla dell’invitazione ad amare gli uni gli altri perché siamo fratelli e sorelle.

Dall’altare siamo saliti ancora verso l’altare del duomo. Davanti all’altare abbiamo ascoltato ancora la spiegazione di don Alfredo. Qui, proprio c’è stato chaos dai ragazzi. Non sono riuscito ad ascoltare bene la spiegazione.

Poi, ci siamo divisi a tornare a casa. Ho incontrato i genitori e anche i bambini che saremo insieme nel catechismo di quest’anno.


Grazie per questo incontro. 
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