Halloween party ideas 2015

Il gusto dello spirito santo
 
dopo il ritiro nel santuario Conforti
Questa domenica un po’ particolare. la messa è in santuario insieme ai ragazzi pre-cresima della parrocchia di sant’Andrea, Parma. Erano in venti ragazzi. Con loro c’erano due catechiste.
La messa viene animata da loro. Le canzone le hanno preparate loro. Anche per i lettori della prima e seconda lettura comprende il samo e la preghiera dei fedeli.
Era un momento molto bello. Durante il saluto della pace, i ragazzi si scambiano la pace con i padri ammalati. E' un bel gesto, preso attenzione ai ammalati-anziani. I padri erano contenti, vedendo i ragazzini carini così.
Abbiamo cominciato con la piccola animazione prima della messa. poi, abbiamo continuato dopo la messa. Abbiamo trasferito nel salone della conferenza. Là, abbiamo guardato un film che parla dell’esistenza di Dio. Dio e sempre con noi e esiste in ovunque. Così il filo rosso del film.
Dal film, abbiamo passato alla spiegazione dei sette doni dello Spirito Santo. Abbiamo fato anche un gioco dello spirito santo. Uno di noi, ha dato le caramelle ai ragazzi con diversi gusti. Alla fine, abbiamo detto che, è così lo spirito santo. Nessuna sa ma ognuno può gustare la sua presenza.
Abbiamo poi ecco fatto i gruppi con tre ragazzi. abbiamo fatto l’elaborato in gruppo. I ragazzi devono presentare un cartellone con le immagini e le frasi che parlano almeno dell’uno dei sette doni. E così noi concludiamo seconda parte del ritiro. I ragazzi poi vanno a mangiare come noi anche andiamo nel nostro refettorio.
Dopo pranzo, prendiamo il ritiro. Abbiamo fatto la condivisione di ogni gruppo. poi, abbiamo dato l’occasione del gioco libero. I ragazzi vanno in gruppo a due-due a giocare qualcosa o a parlare di un tema libero.
Alla fine della giornata, siamo andati in santuario. Abbiamo spiegato la parte centrale del santuario per esempio il crocifisso del Conforti, la sua tomba, e la Cappella del santissimo. Poi, abbiamo fatto la preghiera finale. Poi, ciao ciao.

2/10/2016

ANGELUS POPE FRANCIS
Saint Peter's Square
Sunday, 25 September 2016
 
PHOTO: thedialog.org

Dear Brothers and Sisters,
Yesterday, Engelmar Unzeitig was beatified in Würzburg, Germany. This priest of the Congregation of Mariannhill Missionaries was killed in hatred of the Faith in Dachau concentration camp. He countered hatred with love, and he responded to ferocity with meekness. May his example help us to be witnesses of charity and hope even in the midst of trials.

I willingly extend my support to the Bishops of Mexico in sustaining the efforts of the Church and civil society in favour of the family and of life, which at this time call for special pastoral and cultural attention throughout the world. I assure you of my prayers for the beloved Mexican people, that the violence, which in recent days has even affected several priests, may cease.

Today marks World Deaf Day. I wish to greet all deaf people, who are also gathered here, and to encourage them to offer their contribution to make the Church and society increasingly capable of welcoming everyone.

And lastly I extend my special greeting to all of you, dear catechists! Thank you for your commitment to the Church through the service of evangelization, in passing on the Faith. May Our Lady help you to persevere on the path of faith and to bear witness with your lives to what you transmit in the catechesis.

© Copyright - Libreria Editrice Vaticana


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2016

Chiesa missionaria, testimone di misericordia

FOTO: wearemissionary.org


Cari fratelli e sorelle,
il Giubileo Straordinario della Misericordia, che la Chiesa sta vivendo, offre una luce particolare anche alla Giornata Missionaria Mondiale del 2016: ci invita a guardare alla missione ad gentes come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale. In effetti, in questa Giornata Missionaria Mondiale, siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana. In forza del mandato missionario, la Chiesa si prende cura di quanti non conoscono il Vangelo, perché desidera che tutti siano salvi e giungano a fare esperienza dell’amore del Signore. Essa «ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo» (Bolla Misericordiae Vultus, 12) e di proclamarla in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, uomo, anziano, giovane e bambino.

La misericordia procura intima gioia al cuore del Padre quando incontra ogni creatura umana; fin dal principio, Egli si rivolge amorevolmente anche a quelle più fragili, perché la sua grandezza e la sua potenza si rivelano proprio nella capacità di immedesimarsi con i piccoli, gli scartati, gli oppressi (cfr Dt 4,31; Sal 86,15; 103,8; 111,4). Egli è il Dio benigno, attento, fedele; si fa prossimo a chi è nel bisogno per essere vicino a tutti, soprattutto ai poveri; si coinvolge con tenerezza nella realtà umana proprio come farebbero un padre e una madre nella vita dei loro figli (cfr Ger 31,20). Al grembo materno rimanda il termine usato nella Bibbia per dire la misericordia: quindi all’amore di una madre verso i figli, quei figli che lei amerà sempre, in qualsiasi circostanza e qualunque cosa accada, perché sono frutto del suo grembo. È questo un aspetto essenziale anche dell’amore che Dio nutre verso tutti i suoi figli, in modo particolare verso i membri del popolo che ha generato e che vuole allevare ed educare: di fronte alle loro fragilità e infedeltà, il suo intimo si commuove e freme di compassione (cfr Os 11,8). E tuttavia Egli è misericordioso verso tutti, il suo amore è per tutti i popoli e la sua tenerezza si espande su tutte le creature (cfr Sal 145,8-9).

La misericordia trova la sua manifestazione più alta e compiuta nel Verbo incarnato. Egli rivela il volto del Padre ricco di misericordia, «parla di essa e la spiega con l’uso di similitudini e di parabole, ma soprattutto egli stesso la incarna e la personifica» (Giovanni Paolo II, Enc. Dives in misericordia, 2). Accogliendo e seguendo Gesù mediante il Vangelo e i Sacramenti, con l’azione dello Spirito Santo noi possiamo diventare misericordiosi come il nostro Padre celeste, imparando ad amare come Lui ci ama e facendo della nostra vita un dono gratuito, una segno della sua bontà (cfr Bolla Misericordiae Vultus, 3). La Chiesa per prima, in mezzo all’umanità, è la comunità che vive della misericordia di Cristo: sempre si sente guardata e scelta da Lui con amore misericordioso, e da questo amore essa trae lo stile del suo mandato, vive di esso e lo fa conoscere alle genti in un dialogo rispettoso con ogni cultura e convinzione religiosa.

A testimoniare questo amore di misericordia, come nei primi tempi dell’esperienza ecclesiale, sono tanti uomini e donne di ogni età e condizione. Segno eloquente dell’amore materno di Dio è una considerevole e crescente presenza femminile nel mondo missionario, accanto a quella maschile. Le donne, laiche o consacrate, e oggi anche non poche famiglie, realizzano la loro vocazione missionaria in svariate forme: dall’annuncio diretto del Vangelo al servizio caritativo. Accanto all’opera evangelizzatrice e sacramentale dei missionari, le donne e le famiglie comprendono spesso più adeguatamente i problemi della gente e sanno affrontarli in modo opportuno e talvolta inedito: nel prendersi cura della vita, con una spiccata attenzione alle persone più che alle strutture e mettendo in gioco ogni risorsa umana e spirituale nel costruire armonia, relazioni, pace, solidarietà, dialogo, collaborazione e fraternità, sia nell’ambito dei rapporti interpersonali sia in quello più ampio della vita sociale e culturale, e in particolare della cura dei poveri.

In molti luoghi l’evangelizzazione prende avvio dall’attività educativa, alla quale l’opera missionaria dedica impegno e tempo, come il vignaiolo misericordioso del Vangelo (cfr Lc 13,7-9; Gv 15,1), con la pazienza di attendere i frutti dopo anni di lenta formazione; si generano così persone capaci di evangelizzare e di far giungere il Vangelo dove non ci si attenderebbe di vederlo realizzato. La Chiesa può essere definita “madre” anche per quanti potranno giungere un domani alla fede in Cristo. Auspico pertanto che il popolo santo di Dio eserciti il servizio materno della misericordia, che tanto aiuta ad incontrare e amare il Signore i popoli che ancora non lo conoscono. La fede infatti è dono di Dio e non frutto di proselitismo; cresce però grazie alla fede e alla carità degli evangelizzatori che sono testimoni di Cristo. Nell’andare per le vie del mondo è richiesto ai discepoli di Gesù quell’amore che non misura, ma che piuttosto tende ad avere verso tutti la stessa misura del Signore; annunciamo il dono più bello e più grande che Lui ci ha fatto: la sua vita e il suo amore.

Ogni popolo e cultura ha diritto di ricevere il messaggio di salvezza che è dono di Dio per tutti. Ciò è tanto più necessario se consideriamo quante ingiustizie, guerre, crisi umanitarie oggi attendono una soluzione. I missionari sanno per esperienza che il Vangelo del perdono e della misericordia può portare gioia e riconciliazione, giustizia e pace. Il mandato del Vangelo: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20) non si è esaurito, anzi ci impegna tutti, nei presenti scenari e nelle attuali sfide, a sentirci chiamati a una rinnovata “uscita” missionaria, come indicavo anche nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (20).

Proprio in questo Anno Giubilare ricorre il 90° anniversario della Giornata Missionaria Mondiale, promossa dalla Pontificia Opera della Propagazione della Fede e approvata da Papa Pio XI nel 1926. Ritengo pertanto opportuno richiamare le sapienti indicazioni dei miei Predecessori, i quali disposero che a questa Opera andassero destinate tutte le offerte che ogni diocesi, parrocchia, comunità religiosa, associazione e movimento ecclesiale, di ogni parte del mondo, potessero raccogliere per soccorrere le comunità cristiane bisognose di aiuti e per dare forza all’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra. Ancora oggi non ci sottraiamo a questo gesto di comunione ecclesiale missionaria. Non chiudiamo il cuore nelle nostre preoccupazioni particolari, ma allarghiamolo agli orizzonti di tutta l’umanità.

Maria Santissima, icona sublime dell’umanità redenta, modello missionario per la Chiesa, insegni a tutti, uomini, donne e famiglie, a generare e custodire ovunque la presenza viva e misteriosa del Signore Risorto, il quale rinnova e riempie di gioiosa misericordia le relazioni tra le persone, le culture e i popoli.

Dal Vaticano, 15 maggio 2016, Solennità di Pentecoste
FRANCESCO
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