Halloween party ideas 2015

UDIENZA GENERALE PAPA FRANCESCO
Piazza San Pietro
Mercoledì, 7 ottobre 2015



Famiglia - 28. Spirito famigliare

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Da pochi giorni è iniziato il Sinodo dei Vescovi sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. La famiglia che cammina nella via del Signore è fondamentale nella testimonianza dell’amore di Dio e merita perciò tutta la dedizione di cui la Chiesa è capace. Il Sinodo è chiamato ad interpretare, per l’oggi, questa sollecitudine e questa cura della Chiesa. Accompagniamo tutto il percorso sinodale anzitutto con la nostra preghiera e la nostra attenzione. E in questo periodo le catechesi saranno riflessioni ispirate da alcuni aspetti del rapporto – che possiamo ben dire indissolubile! – tra la Chiesa e la famiglia, con l’orizzonte aperto al bene dell’intera comunità umana.

Uno sguardo attento alla vita quotidiana degli uomini e delle donne di oggi mostra immediatamente il bisogno che c’è ovunque di una robusta iniezione di spirito famigliare. Infatti, lo stile dei rapporti – civili, economici, giuridici, professionali, di cittadinanza – appare molto razionale, formale, organizzato, ma anche molto “disidratato”, arido, anonimo. Diventa a volte insopportabile. Pur volendo essere inclusivo nelle sue forme, nella realtà abbandona alla solitudine e allo scarto un numero sempre maggiore di persone.

Ecco perché la famiglia apre per l’intera società una prospettiva ben più umana: apre gli occhi dei figli sulla vita – e non solo lo sguardo, ma anche tutti gli altri sensi – rappresentando una visione del rapporto umano edificato sulla libera alleanza d’amore. La famiglia introduce al bisogno dei legami di fedeltà, sincerità, fiducia, cooperazione, rispetto; incoraggia a progettare un mondo abitabile e a credere nei rapporti di fiducia, anche in condizioni difficili; insegna ad onorare la parola data, il rispetto delle singole persone, la condivisione dei limiti personali e altrui. E tutti siamo consapevoli della insostituibilità dell’attenzione famigliare per i membri più piccoli, più vulnerabili, più feriti, e persino più disastrati nelle condotte della loro vita. Nella società, chi pratica questi atteggiamenti, li ha assimilati dallo spirito famigliare, non certo dalla competizione e dal desiderio di autorealizzazione.

Ebbene, pur sapendo tutto questo, non si dà alla famiglia il dovuto peso – e riconoscimento, e sostegno – nell’organizzazione politica ed economica della società contemporanea. Vorrei dire di più: la famiglia non solo non ha riconoscimento adeguato, ma non genera più apprendimento! A volte verrebbe da dire che, con tutta la sua scienza, la sua tecnica, la società moderna non è ancora in grado di tradurre queste conoscenze in forme migliori di convivenza civile. Non solo l’organizzazione della vita comune si incaglia sempre più in una burocrazia del tutto estranea ai legami umani fondamentali, ma, addirittura, il costume sociale e politico mostra spesso segni di degrado – aggressività, volgarità, disprezzo… –, che stanno ben al di sotto della soglia di un’educazione famigliare anche minima. In tale congiuntura, gli estremi opposti di questo abbrutimento dei rapporti – cioè l’ottusità tecnocratica e il familismo amorale – si congiungono e si alimentano a vicenda. Questo è un paradosso.

La Chiesa individua oggi, in questo punto esatto, il senso storico della sua missione a riguardo della famiglia e dell’autentico spirito famigliare: incominciando da un’attenta revisione di vita, che riguarda sé stessa. Si potrebbe dire che lo “spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere. E’ scritto a chiare lettere: «Voi che un tempo eravate lontani – dice san Paolo – […] non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19). La Chiesa è e deve essere la famiglia di Dio.

Gesù, quando chiamò Pietro a seguirlo, gli disse che lo avrebbe fatto diventare “pescatore di uomini”; e per questo ci vuole un nuovo tipo di reti. Potremmo dire che oggi le famiglie sono una delle reti più importanti per la missione di Pietro e della Chiesa. Non è una rete che fa prigionieri, questa! Al contrario, libera dalle acque cattive dell’abbandono e dell’indifferenza, che affogano molti esseri umani nel mare della solitudine e dell’indifferenza. Le famiglie sanno bene che cos’è la dignità del sentirsi figli e non schiavi, o estranei, o solo un numero di carta d’identità.

Da qui, dalla famiglia, Gesù ricomincia il suo passaggio fra gli esseri umani per persuaderli che Dio non li ha dimenticati. Da qui Pietro prende vigore per il suo ministero. Da qui la Chiesa, obbedendo alla parola del Maestro, esce a pescare al largo, certa che, se questo avviene, la pesca sarà miracolosa. Possa l’entusiasmo dei Padri sinodali, animati dallo Spirito Santo, fomentare lo slancio di una Chiesa che abbandona le vecchie reti e si rimette a pescare confidando nella parola del suo Signore. Preghiamo intensamente per questo! Cristo, del resto, ha promesso e ci rincuora: se persino i cattivi padri non rifiutano il pane ai figli affamati, figuriamoci se Dio non darà lo Spirito a coloro che – pur imperfetti come sono – lo chiedono con appassionata insistenza (cfr Lc11,9-13)!



Saluti:
[Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua francese provenienti dalla Francia e dalla Svizzera. Saluto calorosamente tutte le famiglie, particolarmente quelle dei rifugiati venuti dall’Iraq presenti a questa Udienza. Vi invito ad accompagnare e sostenere con la vostra preghiera i lavori del Sinodo. Che Dio vi benedica!]

I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Ireland, the Faroe Islands, Gibraltar, the Netherlands, Norway, Nigeria, Indonesia, Japan, Malaysia, the Philippines, Canada and the United States. I ask you to continue to pray for the Synod on the Family, and to recommit your families to Christ. May you always be witnesses to his mercy and love in the world. God bless you all!
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Isole Far-Oer, Gibilterra, Paesi Bassi, Norvegia, Nigeria, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Canada e Stati Uniti. Vi chiedo di continuare a pregare per il Sinodo sulla famiglia e di riaffidare le vostre famiglie a Cristo. Possiate esseri i testimoni del Suo amore e della Sua misericordia nel mondo. Dio vi benedica tutti!]

[Con affetto do il benvenuto ai visitatori di lingua tedesca. Saluto in particolare i pellegrini della Diocesi di Münster, gli allievi del liceo Schloss Neuhaus di Paderborn e i ministranti dell’Arcidiocesi di Colonia, nonché i giovani venuti per la settimana di informazione della Guardia Svizzera. Nell’odierna festa della Madonna del Rosario affidiamo le famiglie a Maria, Regina della famiglia, e vi invito ad accompagnare il Sinodo dei Vescovi con la preghiera. Il Signore vi benedica tutti.]

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola, in particolare quelli venuti dalla Spagna e dall’America latina. Invito tutti a invocare l’intercessione di Nostra Signora del Rosario per i lavori del sinodo. Molte grazie.]

[Saluto i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i fedeli della parrocchia della Graça. Uniti nella preghiera per il Sinodo dei Vescovi, auguro che il vostro pellegrinaggio a Roma rafforzi, nell’amore divino, i vincoli di ciascuno con la propria famiglia, con la comunità ecclesiale e con la società. La Madonna vi accompagni e vi protegga. ]

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente e in modo specialeal gruppo di rifugiati iracheni presenti qui oggi con noi. Cari fratelli e sorelle, preghiamo perché i Padri sinodali sappiano attingere dal tesoro della viva tradizione parole di consolazione e orientamenti di speranza per le famiglie chiamate a costruire il futuro della comunità ecclesiale. Il Signore vi benedica!]

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. In particolare do il benvenuto al folto gruppo degli operatori e dei volontari della Caritas della Diocesi di Koszalin-Kolobrzeg, nonché i religiosi e le religiose che in varie parti del mondo svolgono la pastorale dei migranti polacchi. Carissimi, vi unisce lo spirito di fede e di amore di Cristo che con impegno cercate di portare a tutti quelli che hanno bisogno del vostro sostegno materiale e spirituale. Alla Madonna del Rosario, Patrona della giornata odierna, affido voi e tutti coloro che servite. La Sua materna assistenza sia fonte di serenità e di forza. Dio benedica tutti voi qui presenti e i vostri cari.]

[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, in particolare ai gruppi parrocchiali.
Cari fratelli e sorelle, la Chiesa oggi fa memoria della Beata Maria Vergine del Rosario. Sull’esempio di San Giovanni Apostolo anche voi accogliete Maria nelle vostre case e fateLe spazio nella vostra esistenza quotidiana. 
A tutti voi la mia Benedizione.]

[Saluto cordialmente i pellegrini ungheresi di Budapest e della Arcidiocesi di Alba Iulia, accompagnati dal Vescovo Mons. Giuseppe Tamás, Isten éltessen! Un saluto speciale porgo al maestro e ai membri del coro Sepviz.
Domani ricorre la festa della Magna Domina Hungarorum. Chiedendo la sua intercessione, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
]

* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto in modo particolare Mons. Vincenzo Paglia e i collaboratori delPontificio Consiglio per la Famiglia, ringraziandoli per l’impegno nell’organizzazione dell’VIII° Incontro Mondiale delle famiglie a Filadelfia.

Sono lieto di accogliere i partecipanti al Corso promosso dai Missionari Verbiti e l’Associazione italiana delle famiglie con malati affetti dalla sindrome di Von Hippel-Lindau. Saluto il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta; i militari di Caserta, Avellino e Napoli e i membri dell’Associazione italiana di Medicina Nucleare. Auguro a tutti che la visita presso le tombe degli Apostoli sia un’occasione per rinvigorire la gioia della fede.

Porgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Cari giovani, la speranza che abita il cuore di Maria vi infonda coraggio di fronte alle grandi scelte della vita; cari ammalati, la fortezza della Madre ai piedi della croce vi sostenga nei momenti più difficili; cari sposi novelli, la tenerezza materna di Colei che ha accolto nel grembo Gesù accompagni la nuova vita familiare che avete appena iniziato.


© Copyright - Libreria Editrice Vaticana

ANGELUS POPE FRANCIS
Saint Peter's Square
Sunday, 4 October 2015



Dear Brothers and Sisters, Good morning!
Moments ago in St Peter’s Basilica, the Eucharistic celebration, with which we opened the Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops, concluded. The Synod Fathers, coming from every part of the world and meeting around the Successor of Peter, will reflect for three weeks on the vocation and the mission of the family in the Church and in society, for a careful spiritual and pastoral discernment. We will keep our gaze fixed on Jesus so as to identify, on the basis of his teaching of truth and mercy, the most opportune paths for the appropriate commitment of the Church with families and for families, so that the original plan of the Creator for man and woman may be implemented and operate in all its beauty and its strength in today’s world.

This Sunday’s Liturgy presents again the fundamental text of the Book of Genesis on the complementarity and reciprocity between man and woman (cf. Gen 2:18-24). Therefore — the Bible states — a man leaves his father and his mother and cleaves to his wife, and the two become one flesh, that is, one life, one existence (cf. v. 24). In this unity, spouses pass on life to new human beings: they become parents. They participate in the creative power of God himself. But be mindful! God is love, and one participates in his work when one loves with Him and like Him. For this purpose — St Paul states — love has been poured into our hearts through the Holy Spirit who has been given to us (cf. Rom 5:5). This is also the love which is given to spouses in the Sacrament of Marriage. It is love that nourishes their relationship, through joy and pain, untroubled and difficult moments. It is love that gives rise to the desire to bear children, to await them, welcome them, raise them, teach them. It is the same love which, in today’s Gospel, Jesus shows toward children: “Let the children come to me, do not hinder them; for to such belongs the kingdom of God” (Mk 10:14).

Today let us ask the Lord that all parents and educators of the world, as well as the whole of society, make themselves instruments of welcome and of that love with which Jesus embraces the littlest ones. He looks into their hearts with the tenderness and solicitude of a father and of a mother at the same time. I think of so many children who are hungry, abandoned, exploited, forced into war, rejected. It is heartbreaking to see images of unhappy children, with a bewildered gaze, who flee from poverty and conflicts, knocking at our doors and on our hearts, begging for help. May the Lord help us to be not a society-fortress, but a society-family, able to welcome, with appropriate rules, but to welcome, to always welcome, with love!

I invite you to support the works of the Synod with prayer, so that the Holy Spirit may render the Synod Fathers fully docile to his inspiration. Let us invoke the maternal intercession of the Virgin Mary, uniting us spiritually to those who, at this moment, in the Shrine of Pompeii, recite the “Prayer to Our Lady of the Rosary”.



After the Angelus:
Dear brothers and sisters, yesterday in Santander, Spain, Pio Heredia and 17 men and women companions of the Order of Cistercians of the Strict Observance and of St Bernard were beatified. They were killed for their faith during the Spanish civil war and the religious persecution of the 1930s. Let us praise the Lord for this courageous witnesses, and through their intercession, let us implore that the world may be freed from the scourge of war.

I would like to address a prayer to the Lord for the victims of the landslide that devastated an entire village in Guatemala, as well as for those of the flooding that has occurred in the French Riviera. Let us also be close to the peoples hard hit, with tangible solidarity.

I thank all of you who have come in such numbers from Rome, from Italy and from so many parts of the world. I greet the faithful from the Archdiocese of Paderborn, Germany, those from Porto, Portugal, and the group from the Mekhitarist college in Rome.

On the Feast Day of St Francis of Assisi, patron saint of Italy, I greet with special affection the Italian pilgrims, in particular the faithful of Reggio Calabria, Bollate, Mozzanica, Castano Primo, Nule and Parabita. I greet the youth from Belvedere di Spinello and the Association for Pedestrian Rights in Rome and Lazio. I wish a happy Sunday to all, and please, don’t forget to pray for me. Enjoy your lunch! Arrivederci!

© Copyright - Libreria Editrice Vaticana


Learn from Zero


I must learn from zero again. The daily life is always like a zero. It doesn't limit. The life has the future. This is the hope. So that, life start from morning open the new horizon for all day.

Sunday, 4 October, we went to the Sacre Stimmate parish. This parish is my new post for the pastoral activity. I go there with my friend, Pacifique from the Republic of Congo. Last year, he went there with my friend Pandri. So, this year is the second year for him. For me, this is the first time.

I am always ready to learn from zero. Like today, I learn something from there. The major attention is to listen. We meet many people and I try to learn their story, their experience, and so on. I tell them, I am a new student in this parish, so I must learn many things. All is new for me.

I thank for Father Sergio, the priest parish, my friend Pacifique, the friends I meet today specially for their welcome for me. You are my friends, my collaborators, my teacher, my mentor in this walking. Let us walk together.

Parma, October 4, 2015

Gordi

Learn from Zero
 
FOTO, stimmateparma


I must learn from zero again. The daily life is always like a zero. It doesn't limit. The life has the future. This is the hope. So that, life start from morning open the new horizon for all day.

Sunday, 4 October, we went to the Sacre Stimmate parish. This parish is my new post for the pastoral activity. I go there with my friend, Pacifique from the Republic of Congo. Last year, he went there with my friend Pandri. So, this year is the second year for him. For me, this is the first time.

I am always ready to learn from zero. Like today, I learn something from there. The major attention is to listen. We meet many people and I try to learn their story, their experience, and so on. I tell them, I am a new student in this parish, so I must learn many things. All is new for me.

I thank for Father Sergio, the priest parish, my friend Pacifique, the friends I meet today specially for their welcome for me. You are my friends, my collaborators, my teacher, my mentor in this walking. Let us walk together.

Parma, October 4, 2015

Gordi

Quando i consacrati di Parma s’incontrano
FOTO, qui

Quando i consacrati di Parma s’incontrano c’è solo un’impressione cioè la gioia. La gioia di essere e di stare insieme. È vero che tutti noi siamo venuti dalla comunità, dove viviamo e condividiamo insieme. Quindi, veniamo da un’esperienza di stare insieme e facciamo un’altra esperienza di stare insieme.

C’è erano circa 150 persone consacrate. C’erano due vescovi saveriani, Monsignore Adolfo e Mons. Biguzzi, le suore, i preti religiosi, i seminaristi e i laici. All’inizio dell’incontro che si svolge nella cripta della cattedrale, c’era anche Mons. Enrico Solmi. Ci ha salutato e poi si parte per Roma, per preparare il sinodo sulla famiglia che si inizia con la veglia sta sera. Poi, è arrivato il principe di questo incontro cioè Mons. Josè Rodriguez Carballo, segretario della congregazione pontifica per la vita consacrata.

Mons. Josè parla della vita consacrata che è un'input molto importante per tutti noi religiosi di Parma. Josè che è l’ex ministro generale dei francescani ci ha dato uno sguardo sulla vita consacrata di oggi. Ha detto Josè, oggi ci sono tanti problemi nella famiglia religiosa ma anche ci sono tante speranze. Il problema non solo dentro la famiglia ma soprattutto il problema del mondo che c’entra anche con la famiglia religiosa. Per esempio il mondo politico che è entrato nella famiglia religiosa. C’è la politica tra i capi nella famiglia religiosa per scegliere il generale o la generale. Josè tocca anche gli altri problemi.

L’incontro era lungo, durato quasi due ore, dalle nove alle undici. Poi, c’è la messa nel duomo. Dopo la messa, c’è il buffet cioè il pranzo in seminario. È il tempo di dialogare, parlare, chiacchiare.

È importante questo incontro. Non solo per conoscere gli altri religiosi ma anche per condividere la nostra vita consacrata, la nostra testimonianza nel mondo. Ho incontrato una ragazza brasiliana che ha consacrato la sua vita nella famiglia religiosa Sacro Cuore. Non è la suora ma è laica. La ringrazio per la sua condivisione. Non ho parlato tanto con lei. C’erano i miei amici brasiliani che hanno condiviso anche con lei. Sono contento perché conosco lei e Lei conosce i miei amici brasiliani.

Grazie Dio per questo incontro.

TIME TO LEAVE MY PARISH



It was time to leave my parish. But, it is not to leave it forever. Leaving for a moment. Because, I cannot leave it forever. All things in my life have always stayed in my memory. It is difficult to leave all that. It applies to all, that good than the bad.

It is time to leave. When our formatters, Father Alfio and Fabrizio asked me to change the post of apostleship and I accepted it, I start to leave my old post, The Parish of Santa Christina. I do not regret because it is time to change. I worked there for two years (2013-15).

This changing is good for my formation. I have learned many things from this parish, and now, I want to learn the other things in the new parish, Sacre Stimmatte. My thanks to the priest parish of Santa Christina, don Luciano for his hospitality in these two years. My thanks to all parishioners for their hospitality. Thanks also to my friends Ernest and to all communities of Santa Christina Parish.


I pray for you all, and I hope you all to pray for me.


Parma, 2 October, 2015 

TIME TO LEAVE MY PARISH



It was time to leave my parish. But, it is not to leave it forever. Leaving for a moment. Because, I cannot leave it forever. All things in my life have always stayed in my memory. It is difficult to leave all that. It applies to all, that good than the bad.

It is time to leave. When our formatters, Father Alfio and Fabrizio asked me to change the post of apostleship and I accepted it, I start to leave my old post, The Parish of Santa Christina. I do not regret because it is time to change. I worked there for two years (2013-15).

This changing is good for my formation. I have learned many things from this parish, and now, I want to learn the other things in the new parish, Sacre Stimmatte. My thanks to the priest parish of Santa Christina, don Luciano for his hospitality in these two years. My thanks to all parishioners for their hospitality. Thanks also to my friends Ernest and to all communities of Santa Christina Parish.


I pray for you all, and I hope you all to pray for me.


Parma, 2 October, 2015 

Chi è il mio angelo custode?
 
FOTO, angelo



Oggi è la memoria dei Santi Angeli custodi. È la memoria importante. A me, questa memoria fa pensare due cose cioè il gioco che ho partecipato. La prima cosa era durante l’esercizio spirituale nel 2006 con Padre Danile Cambieli, SX in Indonesia. La seconda invece l’anno scorso durante il campo estivo insieme ai ragazzi giovanissimi ad Ancona, Italy.

Tutte e due toccano la nostra consapevolezza su una cosa o una realtà che si chiama angelo custode. L’angelo custode che ho capito nell’esercizio era il mio amico. Lui è il mio angelo custode che ha un compito molto importante e abbastanza impegnato. Nel senso che lui deve custodirmi per lungo tempo. Quando io sbaglio, lui viene ad aiutarmi, come anche quando sono caduto nel male. Quindi, lui è ‘il salvatore’ della mia vita.

Non solo questo. A volte, lui diventa uno che può ascoltarmi quando ho da dire. Condivido con lui liberamente, senza paura perché so che lui può custodire tutto quello che dico. In questo senso, lui bisogna avere una capacità di ascoltare. Senza di questa, la condivisione diventa una cosa noiosa.

Mentre nel campo estivo, tutti noi abbiamo il ruolo come l’angelo custode. Però, se come abbiamo fatto nel gioco, non sappiamo chi è il mio angelo custode. L’angelo lavora e osserva misterioso. Solo lui che sa chi è il suo figlio o la sua figlia che deve custodire. Io so chi è la persona che devo custodire. Alla fine del campo, abbiamo fatto un gioco ancora. Il gioco di ringraziamento ai nostri angeli custodi. In quella sera, sapevamo chi sono i nostri angeli custodi perciò dobbiamo regalarlo una cosa come il ricordo e il ringraziamento per il suo compito durante il campo.

L’angelo lavora in misterioso. Non sappiamo chi sono i nostri angeli custodi. Però, dobbiamo capire che ci sono i nostri angeli custodi. Sono sempre con noi e custodirci sempre nella vita. Il nostro compito è di riconoscerla. L’angelo viene attraverso i segni che a volte non riusciamo a capirli, la voce che magari non è troppa diffusa, i nostri amici. E anche dobbiamo ascoltarlo. L’angelo ci parla sempre. Se non ascoltiamo, perdiamo la nostra occasione di ricevere la sua istruzione. L’angelo è come semaforo che ci dà la strada e il momento giusto.



Preghiamo per i nostri angeli custodi e ringraziamo loro per il loro compito di custodirci.

Io metto qui questa canzone perché mi piace. Da quando ho ascoltato per la prima volta nel 2013 scorso fino adesso, mi piace ad ascoltarla. In questo mese di ottobre che dedichiamo a Maria come mese del rosario, dedico questa canzone.Io metto qui questa canzone perché mi piace. Da quando ho ascoltato per la prima volta nel 2013 scorso fino adesso, mi piace ad ascoltarla. In questo mese di ottobre che dedichiamo a Maria come mese del rosario, dedico questa canzone.



AVE MARIA
Balduzzi/Casucci

Ave Maria, Ave.
Ave Maria, Ave.

Donna dell’attesa e madre di speranza
Ora pro nobis.
Donna del sorriso e madre del silenzio
Ora pro nobis.

Donna di frontiera e madre dell’ardore
Ora pro nobis.
Donna del riposo e madre del sentiero
Ora pro nobis.

Ave Maria, Ave.
Ave Maria, Ave.

Donna del deserto e madre del respiro
Ora pro nobis.
Donna della sera e madre del ricordo
Ora pro nobis.

Donna del presente e madre del ritorno
Ora pro nobis.
Donna della terra e madre dell’amore
Ora pro nobis.

Ave Maria, Ave.
Ave Maria, Ave.

TESTO: http://www.verbumpanis.it/testi/it/avemaria.php

Il desiderio di andare in missione
 
FOTO, qui


Celebriamo oggi la memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa. Teresa offriva la sua vita per la missione. Non era andata in nessuna missione ma la sua attenzione è la missione della Chiesa. Teresa (Alencon, Francia, 1873-Lisieux 30 settembre 1897) viveva nella clausura ma ogni giorno offriva la preghiera per gli evangelizzatori. Credo che il suo cuore sia in missione. Anche questo è un atto di una missionaria. Ovunque, tutti noi cristiani, possiamo realizzare la missione della chiesa. Tutti noi siamo i missionari della Chiesa. Insieme con san Francesco Saverio, Teresa diventa patrona delle missioni.

Anche i nostri amici del GAMS, che oggi insieme con noi nella messa dell’apertura dell’ano nuovo, sono i missionari. Lavorano in Italia per aiutare i nostri missionari in missione. A volte, qualcuno/a di loro vanno in missione. La maggioranza non va. Anche se non vanno, hanno il cuore per la missione.

Sono contento di essere presente con loro nella celebrazione di oggi. Sono i modelli della chiesa che ha lo sguardo per la missione. Come diceva Padre Mario Mulla, SX nell’omelia ad un certo punto non tutti noi possiamo fare la missione. La missione è di Dio non la nostra. Quindi, più importante è essere un missionario.Santa Teresa ha realizzato il suo essere come una missionaria. Grazie per gli amici del GAMS.

Parma, 1/10/2015

Gordi

I primi martiri saveriani

FOTO, saveriani doc.

È una grande memoria per la chiesa oggi cioè la memoria di san Girolamo. Un traduttore della bibbia che fino ad oggi ancora una delle migliori traduzioni della bibbia. Non ho fatto la meditazione sulla lettura propria di oggi. Intanto abbiamo celebrato la messa in santuario di san Guido Maria Conforti insieme agli altri confratelli.

FOTO, qui
La memoria è importante. Conoscendo san Girolamo ci porta nella storia della chiesa. La storia che vale la pena di conoscerla, di cercarla che cosa c’è dietro, di prenderla come punto di riferimento per la vita di oggi e per il futuro. San Girolamo (342-420) era un intellettuale, ha imparato tante lingue, servitori di Papa Damaso, un monaco (negli ultimi 30 anni della sua vita trascorsa a Betlemme). È importante conoscere la Bibbia che è La Parola di Dio, non la Bibbia come libro sacro. Girolamo ci invita a conoscere chi c’è dietro la Bibbia cioè Dio Creatore, Cristo, e la vita dei primi apostoli. Ma, anche parlava della nostra vita di oggi. Girolamo diceva l’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza di Cristo.

Anche noi, aversani, celebriamo la memoria dei nostri tre martiri in Burundi; P. Ottorino Maule, P. Aldo Marchiol e Catina Gubert, Missionaria Laica (Buyengero, Burundi 1995). Il loro sangue versava nella terra di Burundi. Il sangue che porta la vita. Oggi, come sottolineato Padre Lanaro che celebrava la messa, ci sono tanti cristiani in Burundi. All’inizio, nell’epoca dei tre martiri c’era circa 3 % cattolici e cristiani dalle tutte le popolazioni. Oggi si aumenta circa 60%. Il loro sangue porta la vita, seminava il seme buono.

Il Burundi ancora fino ad oggi non ha la sicurezza e la pace. Ci sono ancora le guerre. A volte i nostri missionari sono stati minacciati e gli altri sono stati uccisi come ultimo le nostre tre sorelle saveriani, Olga, Bernadeta e Lucia. Con la memoria di oggi, ci incoraggiati di vedere Dio. Con Dio c’è sempre la speranza. Speriamo che la situazione del Burundi presto torni in pace.

Parma, 30/9/2015

Gordi

Natanaele chiede a Gesù
 
FOTO, qui
E' interessante la domanda di Natanaele a Gesù, perché mi conosci? Gesù conosce Natanaele prima che Filippo gli chiamasse, quando lui era sotto l’albero di fichi. Quindi, le tappe di questa conoscenza sono, vedere-conoscere-incontrare. Tre verbi importanti. Dio vede poi conosce poi incontro.

Capita anche magari a noi. Non sappiamo che Gesù ci conosce già. Ci ha visti già. Un giorno lo incontriamo e pensiamo che ci incontriamo per la prima volta. Infatti, come succede a Natanaele, Gesù ci ha visti e conosciuti.

Questa è la sua forza sopranaturale. La forza che appare anche agli angeli come ricordiamo oggi nella Festa degli arcangeli. Gli angeli soprattutto questi tre sono la forza di Dio. Come sappiamo nel loro nome, loro appartengono proprio da Dio. Michele (chi è come Dio?), Gabriele (Forza di Dio) e Raffaele (Dio ha guarito).

Questa festa mi fa ricordare l’esperienza di Lord-Franca, dove ho visto la statua di questi tre arcangeli proprio nella porta d’ingresso del luogo pellegrino di Lord. Se Natanaele chiede a Gesù perché mi conosci, io vorrei chiedere anche la forza di Dio attraverso questi tre arcangeli.

Buona giornata.


Parma, 29/9/2015

Chi è l'uomo più grande nel mondo?

FOTO, national geographic


A volte abbiamo la tendenza di essere uomo più grande di tutti. La tendenza che abbiamo quasi tutti noi. In realtà solo qualcuno che può avere questo titolo. Lui è grande perché siamo piccoli. Quindi, non tutti noi siamo o saremo grandi.

Questa tendenza di essere più grande di tutti si rivolge anche ai discepoli di Gesù. Hanno fatto la domanda e la discussione su questa volontà. Interessante perché Gesù sa tutto e sa anche come si risponde. Gesù mette un bambino (piccolo) davanti a tutti. Non per fare il contrario di chi desidera di essere più grande. Gesù dice, chi accoglie il bambino accoglie me, chi accoglie me accoglie colui che gli ha mandato. È un invito di accogliere tutti i piccoli e non di essere grande. Gesù afferma ancora, chi è più piccolo di tutti voi, questi sono grandi.
Quindi, colui che accoglie un bambino, un piccolo è il più grande.

Ancora fresca nella nostra memoria, la storia di Alan Kurdi, il bambino di tre anni che è morto in spiaggia. La sua morte è simbolo della nostra iniquità (ingiustizia). La foto ci mostra una realtà di oggi cioè nessuno vuole salvarlo. Non possiamo mettere alla colpa dei suoi genitori perché a volte, siamo noi che dobbiamo salvare la sua vita. E ancora abbiamo la nostra debolezza cioè l’individualista. Voglio salvare solo i miei (amici, gruppi, religioni, regioni, con paesi, ecc). A volte, noi che impediamo la nostra buona volontà di salvare una persona debole. Alan è rappresentante della nostra debolezza. Noi dobbiamo salvarlo. Pur troppo, lui è morto prima che salviamo.

Gesù ai suoi discepoli diceva, non impedite, colui che non è contro di voi. Anche se lui è d’altra cultura, altra religione,. Se lui fa la buona cosa, non dobbiamo impedirlo.
Preghiamo a Gesù affinché abbiamo questo coraggio di porta avanti la nostra buona volontà di salvare il mondo. Grazie Gesù.

Parma, 28/9/2015

Gordi

Il fedele tra gli infedeli
 
FOTO, qui


La gente viene ancora a partecipare alla messa. Non è vero che l’europea lascia la chiesa. La chiesa rimane ancora come luogo dell’incontro con Dio, la casa del Signore. Anche se qualcuno dai non europei pensa che la chiesa europea diventerà il museo. È vero che ci sono tante persone che non vengono in chiesa. Ma, ci sono ancora che vengono. Secondo me, è altra storia se l’europea lascia la chiesa. L’europea non può lasciare la chiesa. La radice dell’europea è la chiesa, la cristianità. Anche se qualcuno nega quest’opinione.

Ricordo uno dei miei professori di filosofia che scrive un libro sull’europea. Diceva che l’europea deve ringraziare alla chiesa che portava avanti la cultura e l’umanità dell’europea. Nella sua storia moderna, l’europea pian piano lascia la chiesa ma non vuol dire che lascia totale. Come un albero, l’europea non può lasciare la sua radice. Senza chiesa che è la sua radice, l’albero europeo non esiste.

Oggi, ho partecipato alla messa in una chiesetta fuori città di Parma. È una chiesa vecchia. Da fuori sembra che sia la chiesa senza padrone, ma dentro c’è la meraviglia. Tanti quadri vecchi curati, tante immagini meraviglie, la statua della madonna, le foto dei fedeli morti eccetera. La chiesa ha ancora la sua anima. L’anima che spinge la gente a venire alla chiesa. I fedeli sono vecchi, ma credo che abbiano ancora l’anima giovane. Non ho visto i giovani. Magari non hanno il coraggio di venire. La messa qui è sempre al pomeriggio. Il parrocco non viene perché ha la messa in parrocchia centrale.

Interessante vedere questi fedeli. Hanno animato la messa. Ascoltano l’omelia del prete. Ci sarà ancora il futuro di questa chiesa? Direi di sì, sempre c’è il futuro. È vero. Una coppia viene dal prete, porta con il bimbo. Chiede il battesimo al prete. Menomale, ci sarà ancora il battesimo. Vuol dire che c’è ancora la speranza. I fedeli hanno ancora il coraggio di venire alla messa, di portare i loro bimbi a battezzare.

Credo che questo sia un atto buono verso la chiesa futura. Io credo anche che la gente non lasci mai la chiesa. Magari in città pian piano diminuiscono i fedeli, ma in campagna ci sono ancora tante persone vengono alla messa.

Parma, 27/9/2015

Gordi

Una teologia del peregrinare di Anselm Grùn



La vita è un cammino verso la pienezza. Abitiamo in questo mondo solo per un momento. Arriverà il momento giusto per tutti noi di spostare a un altro mondo. Perciò, la nostra vita è ancora un cammino.

Anselm Grùn, un monaco benedettino tedesco, nel suo libro In cammino, una teologia del peregrinare ci racconta questo passaggio. Dal grembo della nostra madre al mondo, dal mondo ad un altro mondo. La vita è un passaggio. Passa da un posto ad un altro posto. Mi ricordo anche i miei passi in questi anni. Quando ero bambino, ho vissuto insieme i miei fino alla fine della scuola elementare. Quando ero ragazzino, comincia a vivere lontano dai miei. Sei anni, ho vissuto in collegio della scuola media e superiore. Torno a casa ogni sei messi. Dopo aver frequentato la scuola media e superiore, sono andato più lontano ancora dalla mia casa. Ho vissuto in un'altra isola. Da Flores a Jawa. A Jawa, ho vissuto anche in qualche città, Yogyakarta, Bintaro-Tangerang e Jakarta. Ho visitato anche qualche città e isola come Sulawesi, Bali e Sumatera, le città  di Bandung, Bogor, Magelang, Semarang, Muntilan, Surabaya, Bali, Lombok, Bima, Makasar, Ende, Bajawa, Maumere, Larantuka, Padang, Mentawai, eccetera.

Proprio un passaggio. Da un luogo a un altro luogo. È bello anche questo cammino. Fisicamente sono un po’ stanco ma spiritualmente no, perché sempre visto le cose nuove, i cibi nuovi, le culture nuove. La vita continua così. Nel racconto di Anselm Grùn, i primi monaci hanno vissuto così. La loro vita sempre in cammino. Interessante anche perché nel loro cammino non erano da soli. Hanno vissuto un’esperienza bella cioè il cammino con Dio. Dio presente non sempre in fisicamente, ma anche presente nelle cose che le hanno viste. Nella natura, nell’incontro, nel dialogo con gli altri. Dio presente in tutte le culture. Questo è il modo di vivere dei primi monaci cristiani. Mi pare che anche adesso, i monaci hanno ancora questo stile di vita.

Nella seconda parte, Anselm ci mostra i racconti pellegrini nella bibbia. Nell’antico testamento, per esempio, la vita del popolo di Israele è sempre in cammino. L’esodo è il racconto più famoso della loro vita. In questo cammino non erano da soli. Dio sempre presente insieme loro.

Credo che anche nella nostra vita che è il cammino, Dio sia sempre con noi. Dobbiamo trovarlo nella vita quotidiana. Come diceva il Conforti (1865-1931), andiamo in missione per VEDERE Dio, AMARE Dio e CERCARE Dio attraverso il suo popolo.

Indice
Introduzione
Parte Prima
TEOLOGIA MONASTICA
Il significato del termine peregrinati
Significati della peregrinatio
Il pellegrinaggio

Parte Seconda
TEOLOGIA BIBLICA
Termini relativi al cammino
Racconti relativi al cammino
Sulla teologia del cammino

Edizione messaggero, Padova, 2005, p. 75

Parma, 27/9/2015
Gordi
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