Halloween party ideas 2015
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LA MESSA CON IL GAMS

P Renzo in una celebrazione in santuario Conforti

Oggi, 4 febbraio 2016, si celebra la messa con il GAMS (gli amici dei missionari saveriani) in santuario Conforti. Padre Renzo Larcher, SX è il celebrante di questa messa. La messa infatti è proprio dedica a lui. È come un saluto finale. Fra un mese lui partirà per il Camerun, la sua nuova missione.

Nell’omelia Padre Larcher ci ha parlato della missione. La missione a un certo punto vuol dire anche la partenza. Padre Renzo ha detto che la partenza è la realizzazione della vocazione missionaria. Ha citato alcune parole belle dei confratelli saveriani sulla partenza. Anche di Santo Conforti, il fondatore.

Dopo la messa, abbiamo fatto il chiacchierato nel refettorio della casa madre. C’erano tanti amici del GAMS. Anche gli studenti e i padri saveriani in casa madre. È un momento di gioia, di condividere, di fraternità, di salutare, ecc. Grazie a Padre Renzo che ha dedicato per sei anni come rettore della casa madre. Buona missione in Camerun. Ti auguriamo con la nostra preghiera.


Parma, 4/2/2016
Gordi



LA CHIUSURA DELL’ANNO DELLA VITA CONSACARATA

il duomo di Parma

L’anno 2015 si è dedicato per la vita consacrata. Questa è la programmazione della chiesa cattolica sotto la guida di Papa Francesco. Durante l’anno ci sono tante attività per quanto riguarda la vita consacrata. Il cuore di queste attività è pregare per i consacrati affinché possano avere la relazione intima con Gesù, il centro della loro consacrazione.

Nel livello della diocesi di Parma questa chiusura si è celebrato con la messa insieme il vescovo monsignor Enrico Solmi. Ci sono tanti fedeli presenti insieme i religiosi e alcuni preti diocesani. Nell’omelia e il messaggio finale Mons Solmi ha citato la parola di Papa Francesco, non possiamo immaginare la chiesa senza i consacrati. Questa parola si sottolinea l’importanza della vita consacrata. Con la loro consacrazione, i consacrati hanno dato il grande merito alla chiesa nel mondo. Possiamo immaginare anche i missionari che portano il vangelo alla gente che non ancora conoscono Gesù Cristo. Questo compito ci dà la grande gioia. La gioia di essere uniti con tutti i fedeli e i consacrati.

Parma, 4/2/2016


Gordi

LA GIOIA IN OSPEDALE
 
FOTO: qui
Essere ammalato in un certo punto è essere limitato. Non può girare troppo, non può avere o fare quello che vuole, non vuole camminare dove vuoi. Qui si vede proprio la limita d’essere ammalato. Quello che può fare è immaginare, pregare, girare la fantasia qua e là, sognare, ecc. Quando questa attività si rompe, è arrivata il momento di tornare nel mondo reale. Magari sei ancora nella fantasia quando l’infermiere viene per fare una iniezione nel sangue.

Il tornare nel mondo reale si fa anche quando qualcuno ti visita. È proprio momento molto bello di scambiare le parole. Come succede oggi con noi. Siamo andati alla casa di cura delle piccole figlie a trovare una signora anziana. Lei è molto contenta quando ci ha visti dalla stanza. Dobbiamo aspettare per trentina di minuti prima che venga in mezzo con noi. Lei e la sua infermiere stavano facendo qualcosa quando siamo arrivati. Allora noi dobbiamo aspettare fuori.

Ci siamo seduti in sala d’attesa. Ho letto qualche pagine della rivista che c’era lì. Anche abbiamo parlato tra di noi tre, Carlos, Padre Raimondo e io. La signora è arrivata dopo aver aspettato per trenta minuti. Una parola che ci ha detto per prima volta è sono contenta di vedervi qui insieme con me. È una parola con senso forte. Vuol dire che lei sta aspettando qualcuno che venisse a trovarla. Anzi, lei anche ha bisogna di qualcuno per chiacchiere, per stare insieme, per condividere, e per essere vicini con lei. Per me è stato molto bella questa visita.


Abbiamo raccontato la nostra giornata in questi giorni. Poi, le ho chiesto sulla sua condizione. Sta bene, normalmente. Nel senso che lei sta curando quindi è ovvio che debba stare sempre lì finché il giorno che già fissato dai medici. Siamo tornati dopo aver chiacchierato circa 30 minuti, perché abbiamo ancora un altro impegno cioè la messa in cattedrale di Parma; la chiusura dell’anno santo di vita consecrata.


Grazie a Padre Raimondo che ci ha chiesto di andare insieme con lui a visitare questa signora. Grazie signora e grazie ancora a Padre Raimondo.

Parma, 2/2/2016

Gordi



Sono contentissimo perché oggi (sabato 30 gennaio) ho finito esame di questo semestre. Ho tre esami. Ho cominciato da mercoledì 21 scorso. Poi, seguito il giorno dopo. Credo che sia più difficile farlo perché in due giorni vicini. Però, il risultato era abbastanza, sopratutto quello del secondo giorno.

Ultimo esame era più difficile di tutti. Così anche dicono gli altri studenti. Perciò hanno fatto già nel primo giorno cioè nel lunedì 18 gennaio scorso. Ho messo una settimana per preparare questo esame. Credo che non sia diversa la mia opinione con loro. È vero che sia difficile. Io non ho fatto proprio nel primo giorno. Ho messo nell'ultimo perché ho molto tempo da prepararlo.

L’idea comunque resta nella testa. Nella sera prima dell’esame ho preparato tutte le matteria con 17 domande, ma non ho potuto finirle tutte. Perciò, all’mattino ho studiato ancora. Anche a Reggio mentre stavamo aspettava l’orario dell’esame. Ho preoccupato perché non ho preparato bene. Anzi, ho dimenticato tutto quello che ho preparato.

È arrivato l’orario per noi saveriani. Nessuno di noi tre (io, Berto e Innocent) pronto ad andare al professore. Berto è andato dopo aver aspettato cinque minuti. Poi, seguo dopo di lui. Mentre lui stava facendo l'esame, ho preparato ancora. Ho sentito il suono della porta. È uscito Berto e anche il professore. Berto mi ha mostrato con le sue mani per dire che ha superato esame. Poi, sono entrato nella sala dell’esame.


Il professore mi ha accolto molto bene. Mi ha dato benvenuto. Poi, abbiamo cominciato. Mi ha fatto la prima domanda. Prima di risponderla mi sono fermato. Ho pensato la risposta ma alla fine non ho ricordato bene. Poi, ho provato di risponderla con qualche parole chiave. È superato la prima domanda. Poi, la seconda domanda. Ho chiesto al professore di aiutarmi la parola chiave perché l'ho dimenticata. Mi ha aiutato e ho potuto risponderla. Così anche nella terza domanda. Grazie al professore.

Mi sono sentito libero rispetto alla prima esame con lui. Oggi, infatti, è molto bene. Ho scoperto che bisogna anche un pò di coraggio nel dare la risposta. Se no, ci ha messo nella paura. Il risultato era molto buono. È contrario di quello che ho preparato molto bene. Oggi, nonostante non ho ricordato tutto la risposta il risultato era buono.

Grazie ancora professore.

Parma 2/2/16

Gordi

Il desiderio di scrivere ancora

Da tanto tempo non scrivo in questo blog-diario. Più di una volta ho messo nella mia programma di scrivere sempre su questo blog. Ho provato anche e sono riuscito a scrivere qualcosa. Quindi, ho portato avanti questo impegno personale. Però, c'è anche la limite da parte mia, cioè a volte ho lasciato questo impegno. Non sono riuscito a scrivere almeno un articolo alla settimana. A volte ho tanti impegni e ovvio che l’ho lasciato. Però, a volte proprio non ho il desiderio di portarlo avanti.

Dopo aver cercato il motivo di questo caso, ho scoperto che il problema non è nei miei impegni, neanche nel desiderio di scrivere. Il problema sarebbe non sono riuscito a mettere apposto la mia giornata.

Certo che gli impegni vengono sempre. La vita senza impegno è vuoto. Credo che non ci sia un uomo che non abbia impegno. Anche un disabilita abbia impegno. Leggere un libro, cantare una canzone, guardare il TV, ascoltare la notizia su radio o telegiornale, eccetera. Tutti noi abbiamo impegno.

Come anche il mio desiderio. Ho sempre il desiderio di scrivere qualcosa nel mio diario. Anzi, ho scritto tanti articoli in indonesiano e ho pubblicato almeno su tre o quattro blog/sito. Mi chiedo, perché non scrivo in italiana? Perché la mia lingua non è ancora bene? Direi che anche se non ho ancora la capacità di scrivere bene in italiano, voglio scrivere. Nessuno è perfetto dice sempre qualcuno. Va meglio secondo me se imparo anche attraverso la scrittura. Per rafforzami in questo impegno, voglio leggere prima gli articoli che a me piacciono di più. Ho trovato almeno un autore che mi piace di più. Mi piace a leggere il suo articolo. Ho trovato anche gli altri però non sono come Padre Alex Zanotelli, un missionario comboniano che scivere sempre su Ningrizia.

Da questo momento voglio continuare questo impegno. Vedo che ho già qualche articolo di Padre Alex che per me è come l’ispirazione di scrivere in modo semplice. Semplice nel senso che gli altri possano capire il mio articolo. Magari anche possano trovare tanti errori. Per me è importante scriverlo. Su errori o no, a me non importa.

Buon inizio ancora a me e buona lettura ai lettori.

Parma, 27/1/2016

Gordi

FOTO, qui
Voglio tornare al mio posto. Posto di scrivere cioè nel mio blog. Il blog è posto più bello per scrivere. Il retore qualche tempo fa ha detto, dovete scrivere qualcosa sul blog. Ho risposto che per me è difficile scrivere qualcosa. Però, continua lui, il blog ti da il dovere di scrivere qualcosa. Penso che sia una sfida che mi porta avanti. Non devo rifiutare questo ostacolo. Anche se è difficile per me. Però, credo che sia una bella occasione per imparare a scrivere qualcosa.

Non è facile soprattutto per noi stranieri. Comunque, un lavoro grande sempre comincia con un lavoro piccolo. Pian piano da piccolo diventa grande. Non c’è terzo piano senza secondo piano, e non c’è secondo piano senza primo piano, e non c’è primo piano senza piano terra. Magari anche non esiste piano terra senza seminterrato. Quindi, c’è questa tappa. Da basso al alto. Da piccola al grande. da ostacolo diventa un godere.

RITIRO MENSILE OTTOBRE 2015
 
CASA MADRE delle Saveriane, vista da colline di Maria
Giovedì 22 ottobre è il giorno del primo ritiro mensile in quest’anno. Lo abbiamo fatto nella casa madre delle saveriane. Non c’è il tema speciale oltre quello di riflettere i voti. Questo ritiro spiritualmente è come la preparazione per il rinnovo dei voti. Il rinnovo sarà nel cinque novembre.

Oltre questo tema, abbiamo ascoltato anche la condivisone di Suora Angeli Bertelli, MMX. Lei ha vissuto la missione in Sierra Leone e poi in Thailandia. La sua esperienza è molto interessante. A me è piaciuto una cosa cioè vivere la quotidianità con lo spirito della Parola di Dio. Lei ci ha detto, ogni giorno leggendo la bibbia è come punto di riferimento dell’attività.

Ci sono tante altre esperienze interessante come la vita come l’eucaristia cioè fa presentare Dio nella vita quotidiana. Anche gli altri temi.

Era giorno speciale anche perché lei parte per Thailandia proprio al pomeriggio. La abbiamo salutato prima della partenza. Ha ancora la gioia di tornare in Thailandia. Si vede che è una persona amata alla missione.

Grazie Angela, ci vediamo in Thailandia. Ho detto a lei di ci incontriamo perché ho il desiderio di andare là. Dopo aver parlato, lei ci ha chiesto chi vorrebbe venire in Thailandia e subito la ho risposto, IO. Non lo so se mi capiterà. Comunque, ho questo desiderio come un missionario.



Le testimonienze durante la veglia missionaria 2015
Diocesi di Parma
 
foto, qui
Un giovane, Roberta, del Gruppo Mission (India)
In quest’estate ha fatto esperienza a Calcutta presso le Missionarie della Carità di Madre Teresa. Calcutta è una città pieno di contraddizione. Caos, rumore ma anche pace, tranquillo con la presenza delle suore di Madre Teresa. C’è povertà ma è ricca di sorriso della gente.

Lei con i suoi compagni del gruppo hanno vissuto una esperienza molto bella. All'inizio—diceva Lei—hanno affrontato la difficoltà della lingua, ma, alla fine hanno scoperto una esperienza molto bella. Durante il servizio, le parole non servono, servono solo le azione.

Sono d’accordo con Lei. Anche io ho vissuto così. All'inizio quando ho fatto l'apostolato in una casa dei disabilità a Yogyakarta, il centro di Java, in Indonesia. Con quest’esperienza non ho paura di andare verso gli altri anche se non conosco la loro lingua. Perché basta con i gesti, la relazione si può fare, l’amicizia si può creare. E di solito, quest’esperienza è rimasta sempre nel cuore. Come diceva questa giovane, il nostro compito adesso è di portare quest’India al mondo. L’india sempre nel loro cuore. Adesso, dovrebbero condividere quello che hanno vissuto, quello che hanno nel cuore.

Miranda del Gruppo Amicizia Senza Frontiere (Burkinafasso)
Miranda ha vissuto una bella esperienza in un villaggio in Burkinafasso. Un giorno le suore la hanno chiesto di portare qualcosa alla gente vicine. La strada è solo un sentiero. Che però, si può passare con la bicicletta. Lei è andata in bicicletta. Le suore le hanno chiesto di portare anche una bottiglia d’acqua perché era caldissimo nell'estate.

Dopo aver consegnato e chiacchierato un po’ con la gente, lei è tornata. Peccato che in strada, la gomma del bicicletta Ã¨ stata bucato. Lei continuava a tornare con le mani bicicletta. Ad un certo punto, lei si è fermata in un bel posto. Ha bevuto tutto l’acqua. Poi, stava per chiamare le suore, è venuta una signora. Questa signora le guardava. Aveva i legni sopra la testa, e un bambino dietro le spalle. Con i gesti fanno capire tra di loro. La signora sembra abbia capito il problema. Poi, ha guardato la bottiglia vuota. Lei sì è fermata, ha appoggiato i legni per terra, e ha messo a sedere il bambino nell'ombra, poi se ne va.

Dopo 15-20 minuti, è tornata con una bottiglia in mano e con sorriso, ha consegnato la bottiglia con l’acqua a Miranda. Poi, lei ha continuato per sua strada.

È un gesto semplice ma ci ha insegnato tante cose belle della vita. la sensibilità, il sorriso, parlare con linguaggio dell’amore.

Mireille-Missionaria di Maria (è in partenza per la Thailandia)

Mirei aveva la gioa di aver conoscere Gesù. Lei voleva portare questa gioia dopo aver letto un romanzo che parla di un uomo che non ancora conosce il Dio. SI è chiesto, ma come mai fino adesso, c’è ancora la gente che non conosce Dio? vado anche io.

Una bella esperienza. Sta per partire per la Thailandia. Buon viaggio in missione Mire. Porta con la sua gioia. Condividila con la gente che ti incontrerei.

Parma, 16 ottobre 2015

Grazie per la vostra accoglienza caldissima
Una parola per descrivere l’incontro di oggi cioè l’accoglienza. L’accoglienza che ho ricevuto dai nostri amici nella casa di Pozzo di Sicar. È un centro interculturale e casa di accoglienza per donne provenienti da altri paesi, nella città di Parma.

Ho incontrato due suore saveriane, Lina e Anna e un dottore, Gigi e con il mio amico Innocent, congolese. Siamo arrivati quasi in tempo giusto cioè alle 16.30. Abbiamo suonato il campanello e subito la porta si è aperta. Siamo entrati e abbiamo incontrato loro tre proprio davanti alla porta. Ci siamo salutati e poi entrati nella casa.

Ero contento di poter incontrare loro. Con il clima dell’accoglienza mi sentivo proprio come nella mia casa. Suor Anna, saveriana, ha detto questa parola che a me ha toccato molto, questa è la nostra casa. È proprio per me non solo un’accoglienza ma anche come una capacità che c’è in questa casa di ricevere gli ospiti. Sono certamente un ospite ma mi sentivo come nella mia casa.

Abbiamo fatto una preghiera prima di cominciare l’incontro. Ho letto una frase molto interessante che ha lo scopo di un invito all’accoglienza, a dare attenzione agli altri. NON DIMENTICATE L’OSPITALITA’. ALCUNI, SENZA SAPERLO. HANNO ACCOLTO DEGLI ANGELI. Poi, ho presentato la mia identità, nome e da dove vengo. Non è troppo formale perché non sono nuovo davanti a loro. Con le due suore saveriane, che sono le nostre sorelle, ho incontrato spesso. Con Gigi anche l’ho incontrato qualche volta.

Abbiamo parlato del programma che faremo in quest’anno. Ho capito che ogni anno in questa casa ha un tema da svolgere durante le serate del giovedì. In quest’anno abbiamo il tema, ridotto dall’expo, nutrire la pianetta. Non abbiamo sviluppato tante idee perché ancora nella programmazione. Però, ogni uno di noi ha il compito di cercare un sub tema da sviluppare e da presentare nell’incontro della prossima settimana.

Grazie a tutti voi della casa di pozzo. Grazie al mio amico, Innocent che mi ha fatto arrivare in questa casa dell’umanità. La casa dell’umanità perché in questa casa, si mette in centro proprio l’uomo. L’uomo che prima era ancora senza casa, senza dignità. Qui, si afferma ancora che ogni uomo, ogni uno di noi ha la dignità che Dio ci ha dato.

Siamo tornati a casa alle 18.25. E’ il primo incontro di pozzo di sicar.

Parma, 12 ottobre 2015

Gordi

Da un giorno ad una settimana



Ricordo che oggi siamo già nel dieci ottobre. Ho scritto nel mio blog proprio una settimana fa. Quindi, già da una settimana non scrivo niente. All’inizio di questo mese, volevo scrivere almeno ogni giorno. Un articolo ogni giorno. Ma, all’inizio di questa settimana, ho dimenticato. Da lunedì al martedì. Non lo so perché, non ho scritto nel lunedì e continua così fino ad oggi. Non sono riuscito a scrivere, a tornare alla mia abitudine di scrivere ogni giorno.

Da questa esperienza credo che se dimentichi una cosa, da quel memonto in poi, dimenticherò anche la stesa cosa. Nel lunedì ho dimenticato di scrivere un articolo, poi, continuo nel martedì non sono riuscito a scriverlo. Nel lunedì ho qualcosa da fare, quindi, non sono riuscito a scrivere qualcosa. Mentre nel martedì avevo la possibilità di scrivere qualcosa ma non ho potuto farlo. Questa tendenza pian piano riempie nella mia quotidianità di questa settimana.

Non voglio continuare così. Non voglio lasciarmi cadere nella stessa scala. Non voglio lasciarmi guidare dalla stessa tendenza. Voglio solo lasciarmi guidare da Dio che mi vuole bene, che mi spinge sempre di tornare alla mia buona abitudine.

Parma, 10/10/15

Gordi

Quando i consacrati di Parma s’incontrano
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Quando i consacrati di Parma s’incontrano c’è solo un’impressione cioè la gioia. La gioia di essere e di stare insieme. È vero che tutti noi siamo venuti dalla comunità, dove viviamo e condividiamo insieme. Quindi, veniamo da un’esperienza di stare insieme e facciamo un’altra esperienza di stare insieme.

C’è erano circa 150 persone consacrate. C’erano due vescovi saveriani, Monsignore Adolfo e Mons. Biguzzi, le suore, i preti religiosi, i seminaristi e i laici. All’inizio dell’incontro che si svolge nella cripta della cattedrale, c’era anche Mons. Enrico Solmi. Ci ha salutato e poi si parte per Roma, per preparare il sinodo sulla famiglia che si inizia con la veglia sta sera. Poi, è arrivato il principe di questo incontro cioè Mons. Josè Rodriguez Carballo, segretario della congregazione pontifica per la vita consacrata.

Mons. Josè parla della vita consacrata che è un'input molto importante per tutti noi religiosi di Parma. Josè che è l’ex ministro generale dei francescani ci ha dato uno sguardo sulla vita consacrata di oggi. Ha detto Josè, oggi ci sono tanti problemi nella famiglia religiosa ma anche ci sono tante speranze. Il problema non solo dentro la famiglia ma soprattutto il problema del mondo che c’entra anche con la famiglia religiosa. Per esempio il mondo politico che è entrato nella famiglia religiosa. C’è la politica tra i capi nella famiglia religiosa per scegliere il generale o la generale. Josè tocca anche gli altri problemi.

L’incontro era lungo, durato quasi due ore, dalle nove alle undici. Poi, c’è la messa nel duomo. Dopo la messa, c’è il buffet cioè il pranzo in seminario. È il tempo di dialogare, parlare, chiacchiare.

È importante questo incontro. Non solo per conoscere gli altri religiosi ma anche per condividere la nostra vita consacrata, la nostra testimonianza nel mondo. Ho incontrato una ragazza brasiliana che ha consacrato la sua vita nella famiglia religiosa Sacro Cuore. Non è la suora ma è laica. La ringrazio per la sua condivisione. Non ho parlato tanto con lei. C’erano i miei amici brasiliani che hanno condiviso anche con lei. Sono contento perché conosco lei e Lei conosce i miei amici brasiliani.

Grazie Dio per questo incontro.

Chi è il mio angelo custode?
 
FOTO, angelo



Oggi è la memoria dei Santi Angeli custodi. È la memoria importante. A me, questa memoria fa pensare due cose cioè il gioco che ho partecipato. La prima cosa era durante l’esercizio spirituale nel 2006 con Padre Danile Cambieli, SX in Indonesia. La seconda invece l’anno scorso durante il campo estivo insieme ai ragazzi giovanissimi ad Ancona, Italy.

Tutte e due toccano la nostra consapevolezza su una cosa o una realtà che si chiama angelo custode. L’angelo custode che ho capito nell’esercizio era il mio amico. Lui è il mio angelo custode che ha un compito molto importante e abbastanza impegnato. Nel senso che lui deve custodirmi per lungo tempo. Quando io sbaglio, lui viene ad aiutarmi, come anche quando sono caduto nel male. Quindi, lui è ‘il salvatore’ della mia vita.

Non solo questo. A volte, lui diventa uno che può ascoltarmi quando ho da dire. Condivido con lui liberamente, senza paura perché so che lui può custodire tutto quello che dico. In questo senso, lui bisogna avere una capacità di ascoltare. Senza di questa, la condivisione diventa una cosa noiosa.

Mentre nel campo estivo, tutti noi abbiamo il ruolo come l’angelo custode. Però, se come abbiamo fatto nel gioco, non sappiamo chi è il mio angelo custode. L’angelo lavora e osserva misterioso. Solo lui che sa chi è il suo figlio o la sua figlia che deve custodire. Io so chi è la persona che devo custodire. Alla fine del campo, abbiamo fatto un gioco ancora. Il gioco di ringraziamento ai nostri angeli custodi. In quella sera, sapevamo chi sono i nostri angeli custodi perciò dobbiamo regalarlo una cosa come il ricordo e il ringraziamento per il suo compito durante il campo.

L’angelo lavora in misterioso. Non sappiamo chi sono i nostri angeli custodi. Però, dobbiamo capire che ci sono i nostri angeli custodi. Sono sempre con noi e custodirci sempre nella vita. Il nostro compito è di riconoscerla. L’angelo viene attraverso i segni che a volte non riusciamo a capirli, la voce che magari non è troppa diffusa, i nostri amici. E anche dobbiamo ascoltarlo. L’angelo ci parla sempre. Se non ascoltiamo, perdiamo la nostra occasione di ricevere la sua istruzione. L’angelo è come semaforo che ci dà la strada e il momento giusto.



Preghiamo per i nostri angeli custodi e ringraziamo loro per il loro compito di custodirci.

Il desiderio di andare in missione
 
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Celebriamo oggi la memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa. Teresa offriva la sua vita per la missione. Non era andata in nessuna missione ma la sua attenzione è la missione della Chiesa. Teresa (Alencon, Francia, 1873-Lisieux 30 settembre 1897) viveva nella clausura ma ogni giorno offriva la preghiera per gli evangelizzatori. Credo che il suo cuore sia in missione. Anche questo è un atto di una missionaria. Ovunque, tutti noi cristiani, possiamo realizzare la missione della chiesa. Tutti noi siamo i missionari della Chiesa. Insieme con san Francesco Saverio, Teresa diventa patrona delle missioni.

Anche i nostri amici del GAMS, che oggi insieme con noi nella messa dell’apertura dell’ano nuovo, sono i missionari. Lavorano in Italia per aiutare i nostri missionari in missione. A volte, qualcuno/a di loro vanno in missione. La maggioranza non va. Anche se non vanno, hanno il cuore per la missione.

Sono contento di essere presente con loro nella celebrazione di oggi. Sono i modelli della chiesa che ha lo sguardo per la missione. Come diceva Padre Mario Mulla, SX nell’omelia ad un certo punto non tutti noi possiamo fare la missione. La missione è di Dio non la nostra. Quindi, più importante è essere un missionario.Santa Teresa ha realizzato il suo essere come una missionaria. Grazie per gli amici del GAMS.

Parma, 1/10/2015

Gordi

I primi martiri saveriani

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È una grande memoria per la chiesa oggi cioè la memoria di san Girolamo. Un traduttore della bibbia che fino ad oggi ancora una delle migliori traduzioni della bibbia. Non ho fatto la meditazione sulla lettura propria di oggi. Intanto abbiamo celebrato la messa in santuario di san Guido Maria Conforti insieme agli altri confratelli.

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La memoria è importante. Conoscendo san Girolamo ci porta nella storia della chiesa. La storia che vale la pena di conoscerla, di cercarla che cosa c’è dietro, di prenderla come punto di riferimento per la vita di oggi e per il futuro. San Girolamo (342-420) era un intellettuale, ha imparato tante lingue, servitori di Papa Damaso, un monaco (negli ultimi 30 anni della sua vita trascorsa a Betlemme). È importante conoscere la Bibbia che è La Parola di Dio, non la Bibbia come libro sacro. Girolamo ci invita a conoscere chi c’è dietro la Bibbia cioè Dio Creatore, Cristo, e la vita dei primi apostoli. Ma, anche parlava della nostra vita di oggi. Girolamo diceva l’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza di Cristo.

Anche noi, aversani, celebriamo la memoria dei nostri tre martiri in Burundi; P. Ottorino Maule, P. Aldo Marchiol e Catina Gubert, Missionaria Laica (Buyengero, Burundi 1995). Il loro sangue versava nella terra di Burundi. Il sangue che porta la vita. Oggi, come sottolineato Padre Lanaro che celebrava la messa, ci sono tanti cristiani in Burundi. All’inizio, nell’epoca dei tre martiri c’era circa 3 % cattolici e cristiani dalle tutte le popolazioni. Oggi si aumenta circa 60%. Il loro sangue porta la vita, seminava il seme buono.

Il Burundi ancora fino ad oggi non ha la sicurezza e la pace. Ci sono ancora le guerre. A volte i nostri missionari sono stati minacciati e gli altri sono stati uccisi come ultimo le nostre tre sorelle saveriani, Olga, Bernadeta e Lucia. Con la memoria di oggi, ci incoraggiati di vedere Dio. Con Dio c’è sempre la speranza. Speriamo che la situazione del Burundi presto torni in pace.

Parma, 30/9/2015

Gordi

Il fedele tra gli infedeli
 
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La gente viene ancora a partecipare alla messa. Non è vero che l’europea lascia la chiesa. La chiesa rimane ancora come luogo dell’incontro con Dio, la casa del Signore. Anche se qualcuno dai non europei pensa che la chiesa europea diventerà il museo. È vero che ci sono tante persone che non vengono in chiesa. Ma, ci sono ancora che vengono. Secondo me, è altra storia se l’europea lascia la chiesa. L’europea non può lasciare la chiesa. La radice dell’europea è la chiesa, la cristianità. Anche se qualcuno nega quest’opinione.

Ricordo uno dei miei professori di filosofia che scrive un libro sull’europea. Diceva che l’europea deve ringraziare alla chiesa che portava avanti la cultura e l’umanità dell’europea. Nella sua storia moderna, l’europea pian piano lascia la chiesa ma non vuol dire che lascia totale. Come un albero, l’europea non può lasciare la sua radice. Senza chiesa che è la sua radice, l’albero europeo non esiste.

Oggi, ho partecipato alla messa in una chiesetta fuori città di Parma. È una chiesa vecchia. Da fuori sembra che sia la chiesa senza padrone, ma dentro c’è la meraviglia. Tanti quadri vecchi curati, tante immagini meraviglie, la statua della madonna, le foto dei fedeli morti eccetera. La chiesa ha ancora la sua anima. L’anima che spinge la gente a venire alla chiesa. I fedeli sono vecchi, ma credo che abbiano ancora l’anima giovane. Non ho visto i giovani. Magari non hanno il coraggio di venire. La messa qui è sempre al pomeriggio. Il parrocco non viene perché ha la messa in parrocchia centrale.

Interessante vedere questi fedeli. Hanno animato la messa. Ascoltano l’omelia del prete. Ci sarà ancora il futuro di questa chiesa? Direi di sì, sempre c’è il futuro. È vero. Una coppia viene dal prete, porta con il bimbo. Chiede il battesimo al prete. Menomale, ci sarà ancora il battesimo. Vuol dire che c’è ancora la speranza. I fedeli hanno ancora il coraggio di venire alla messa, di portare i loro bimbi a battezzare.

Credo che questo sia un atto buono verso la chiesa futura. Io credo anche che la gente non lasci mai la chiesa. Magari in città pian piano diminuiscono i fedeli, ma in campagna ci sono ancora tante persone vengono alla messa.

Parma, 27/9/2015

Gordi

La sapienza nell'inizio della scuola 2015-16



La vacanza o meglio l’estate è finita. Ora, siamo pronti a lasciare le esperienze della vacanza. Non possiamo rimanere qui. Bisogna andare avanti. La vita—dice qualcuno—è continua. Anche noi dobbiamo andare avanti.

Così anche noi, dopo aver fatto l’estate, ora siamo entrati nel ritmo della scuola. La scuola che è il secondo posto della nostra vita quotidiana. Sto parlando della mia vita. Come sottolineato già Padre Fabrizio, SX, tre elementi importanti della nostra vita sono la preghiera, lo studio e l’apostolato.

Vorrei anche io svolgere la mia quotidianità in questi tre ambienti. Quindi, bisogna organizare bene i tempi che ho. Non bisogna di un sapiente per farlo, ma, so che alla fine se vado avanti così, io diventerò un saggista che ha una sapienza.

Questa parola cioè LA SAPIENZA abbiamo ascoltato anche nella preghiera iniziale oggi in scuola. Don Moretto, sottolineato anche l’importanza della sapienza. Cito del libro di Sapienza 7, 12-19 che, la sapeinza alla fine diventa un amore. per avere la sapienza bisogna andare al suo ponte cioè Lui che è la sapienza. Chiedo a Gesù che è la sapienza di darmi questa sapienza e anche di dare a tutti gli studenti sopratuto in questo camino academico di questo anno.

Parma, 25/9/2015

Gordi



Quando un bambino sorride, i genitori dicono c’è la speranza da questo bambino. La speranza per crescere bene, per la vita migliore, per allontanare dalla malattia. Sorriso è un simbolo della speranza.

Oggi pomeriggio, siamo andati a trovare don Luciano alla casa della cura delle piccole figlie. Una cosa che mi ha impressionato è il suo sorriso quando siamo entrati. Gli ho salutato per il primo quando l’ho visto. Mi ha guardato e subito con il suo sorriso. Poi, i miei amici, Padre Raimondo e Jorge, messicano gli hanno salutato dopo.

Luciano ancora in questa casa. La casa della cura. Sta ancora curando. Sta meglio anche rispetto ai giorni scorsi. C’è la speranza per tornare alla vita migliore, alla vita buona dopo aver perso l’energia nelle operazione a causa di qualche malattia del parte dentro.

Questa visita è la terza volta per me in questa casa. La prima era in ospedale maggiore di Parma. Era ancora grave. Appena fatto l’operazione. Anche nella visita per la prima volta alla casa delle piccole figlie. Non era ancora riuscito a parlare bene e a conoscere bene i visitatori. Oggi, invece molto bene. Mi ha saputo già. Spero che pian piano torna alla vita prima. La gente e i fedeli della sua parrocchia stanno aspettando il loro pastore.

Il suo sorriso mi fa la gioia. Aumenta la mia gioia quando vede una persona ammalata così ma ancora riesce a sorridere ai visitatori. Il suo sorriso sicuramente è un segno che ci da l’informazione importante. Cioè, vuol dire che lui sta bene. Lui riesce ancora a darci il sorriso che magari può dare solo dalle persone non ammalate.


Daci anche il nostro sorriso agli altri. 


Che bello stare insieme con gli indonesiani. Non solo perché possiamo parlare in indonesiano ma, importante è possiamo gustare il cibo indonesiano.


Oggi, 30 agosto 2015, abbiamo festeggiato il compleanno della nostra amica, Mbak Ina. Abbiamo mangiato i cibi tipici dell’Indonesia come nasi, sate, kerupuk, eccetera. Per noi stranieri questa festa è come grazia di Dio. La grazia che ci riunisce in questa gioia del compleanno della nostra amica.

E in questa festa siamo riuniti non solo noi da Parma ma, anche da Treviso, Pavia - Milano, Fidenza, Milano, eccetera. Siamo venuti da più di una città. Proprio come essere indonesiano, cioè essere in varietà. Varie lingue, culture, cibi, ma siamo tutti noi indonesiani.


Grazie a Mbak Ina e buon compleanno. Grazie a tutti amici presenti. 





Da tanto tempo non ho scritto niente in questo blog. E’ vero che non ho tempo. Durante luglio sono impegnato all’esercizio spirituale a Bologna. L’esperienza di Bologna sarà pubblicata in questi giorni prima che compia gli articoli. 

Dopo Bologna, torno a Parma. Sono rimasto solo 3 giorni lì. Poi, parte per Molveno-Trento. Ho espresso qualche esperienza bella qui. Sarà pubblicata anche in questi giorni. Voglio scrivere ancora. Non voglio lasciare questo blog. Anche se non scrivo bene in Italiano. Anche se non ha tanti lettori. Credo che pian piano scriva meglio in Italiano. Non è che subito diventa un scrittore. Non è la mia lingua. Ma, mi piace usarla come la mia lingua. Non solo per studiare ma per praticare.

Non c’è persona grande senza essere persona piccola. Magari questa espressione non è così. Magari gli italiani ridono dopo aver letto questa frase. Comunque, voglio esprimere la mia opinione. Credo che anche gli italiani sanno già la mia intenzione con questa frase. Come quando ascolto uno straniero parla nella lingua indonesiana. Subito capisco quello che voleva dire, anche se parla in grammatica sbagliata.

Molveno, 11/8/2015
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